Caso iscrizioni, 'Sarà indagine complessa' Il PM Laurino afferma che ci vorrà un po' di tempo per risalire alla verità, i carabinieri cominciano le perquisizioni
06 Agosto 2003 -- Poco fa, il sostituto procuratore della Repubblica di Macerata, Andrea Laurino ha confermato ai giornalisti di aver trasmesso stamattina ai colleghi della procura capitolina, subito dopo averla letta, la denuncia contro ignoti presentata dalla società civitanovese per le presunte firme false sulle garanzie fideissuorie esibite da Roma, Napoli, Cosenza e Spal per iscriversi ai campionati. Laurino non ha dunque aperto alcun fascicolo di indagine sulla vicenda, nè compiuto atti investigativi, limitandosi a girare le sei pagine dell'esposto firmato dal titolare della Sbc Franco Jommi ai magistrati romani.
A chi gli chiedeva un commento tecnico, anche se da esterno, su quelli che potrebbero essere gli sviluppi dell'inchiesta a Roma Laurino si è limitato a rispondere così: "posso solo immaginare che sarà un'indagine complessa".
Truffa e falso in atto privato, sono i reati, per il momento contro ignoti, che la procura di Roma ipotizza da oggi nell'ambito dell'inchiesta aperta sui presunti illeciti legati alle garanzie fidejussiorie presentate da Roma, Napoli, Cosenza e Spal per l'iscrizione nei rispettivi campionati. I magistrati titolari degli accertamenti, Ettore Torri e Maria Cristina Palaia, hanno acquisito la denuncia di Franco Jommi, amministratore delegato della Sbc, la società che risulta aver garantito le fidejussioni, presentata a Civitanova Marche. Un segnale, quest'ultimo, che indica come sia stata risolta anche la questione della competenza territoriale a svolgere indagini.
Gli inquirenti hanno già ricevuto dalla Covisoc tutto il materiale sulla vicenda, mentre i carabinieri del nucleo operativo di via In Selci sono stati incaricati di prelevare analoghi documenti presso le sedi delle società di calcio coinvolte nel caso. Per ricostruire tutti i passi della vicenda, gli inquirenti dovranno sentire i dirigenti delle società che hanno curato le pratiche depositate alla Federcalcio in sede di iscrizione ai campionati. Allo stesso tempo le società dovranno spiegare anche i motivi per i quali si sono rivolte ad esponenti della Sbc (o chi per essa) la quale dispone di un capitale sociale infinitamente modesto rispetto alla dimensione delle garanzie fidejussiorie.
"Cosa controlla la Covisoc se non controlla neppure l'autentica delle firme?". Franco Jommi, titolare della finanziaria Sbc, in un'intervista al Corriere dello Sport, pone un interrogativo sull'operato della Commissione di vigilanza sulle società, nella vicenda delle fidejussioni presentate da Roma, Napoli e Spal per l'iscrizione al campionato. "Qualcuno -dice Jommi- ha falsificato le polizze a favore dei club sfruttando il nome della Sbc". E' stata una truffa "un po' grossolana nella sua dinamica, ma sempre di truffa si tratta". Per Jommi "sarebbe stato sufficiente che la Covisoc avesse controllato la realtà finanziaria della Sbc per scoprire che la mia società non aveva il titolo per chiudere operazioni di così vasta portata. Le fidejussioni in favore di Roma, Napoli e Spal portavano la firma della signora Ruja, che da più di tre mesi non è più amministratore delegato della mia società. Non solo: le firme della signora Ruja non erano state neppure autenticate da un notaio". Secondo Jommi è facile, a questo punto, individuare i responsabili. "E' sufficiente -spiega- che l'ufficio indagini vada da Sensi e gli chieda con chi ha parlato e quale personaggio legato alla Covisoc gli aveva consigliato questo tipo di operazione da concludere con la Sbc".
"Sono una vittima in questa storia delle fidejussioni alle società di calcio". Ha affermato da parte sua Cinzia Ruja, ex amministratrice della finanziaria Sbc, che in un'intervista a 'Il Messaggero' nega ogni responsabilità nella vicenda: "Quelle fidejussioni -dice- non le ho mai firmate. Anzi, sotto al timbro con il mio nome pare abbia firmato un uomo. Per questo, tramite il mio avvocato, presenterò una denuncia alla procura di Roma, chiedendo anche il sequestro dei documenti". La Ruja non sa a chi appartenga la firma. "Non l'ho neanche vista -prosegue-spero lo scoprano i magistrati. Io mi sono dimessa da amministratrice il 18 aprile 2003 e il 2 maggio sono stata sostituita. Non so cosa hanno fatto dopo che me ne sono andata".
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