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Via i quattro Cavalieri dell'apocalisse
Nuovi scontri tra la magistratura ordinaria e gli organi sportivi. Il PG etneo Giacomo Scalzo sul caso Catania e sulla motivazione della CAF del caso Grieco: "è inaccettabile"

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03 Agosto 2003 -- Ancora nuovi scontri tra la giustizia ordinaria e gli organi sportivi, oggi nell'intervista pubblicata su il quotidiano La Sicilia sul caso Catania, il procuratore generale etneo, Giacomo Scalzo, ha fermamente osservato che "alla fine deve prevalere la giustizia per cui - secondo il PG - devono andare via i quattro Cavalieri dell'apocalisse - Pescante, Petrucci, Carraro e Matarrese - i quali, per il bene dello sport devono essere restituiti alle loro ordinarie occupazioni, se ne hanno". Il Procuratore Generale spiega che le dimissioni di queste persone sarebbero necessarie dal momento che non non sono state capaci di assolvere alle loro funzioni pienamente nè di contenere nè di risolvere questo caso ma che anzi hanno solo contribuito a renderlo ancora più caotico. Quanto al decreto "promesso" dal Ministro dei Beni Culturali Urbani, "il minacciato o paventato decreto legge Urbani - aggiunge il Procuratore Generale Scalzi - renderebbe un cattivo servizio al principio di legalita', creerebbe confusione, soltanto confusione. Il legislatore - aggiunge - pensi a ragionare e non a blindare i pascoli riservati di dirigenti sportivi di vertice che, sicuramente, in questa vicenda hanno dato prova inconfutabile di incapacità".
Del resto Scalzo ricorda ciò che è stato detto da Gianfranco Fini "pare che abbia detto - prosegue il PG - che del decreto legge non se ne discute fino a quando Cararro non si dimetterà o scomparira' dal mondo calcistico". Il Procuratore Generale parla anche della vittoria 2-0 a tavolino concessa dalla Caf al Venezia: "La motivazione della Caf del caso Grieco - sottolinea - e', a dir poco, inaccettabile nella parte in cui non applica l'interpretazione data dalla Corte federale all' articolo 17, comma terzo del Codice di giustizia sportiva".
Previsti dunque nuovi scontri tra la giustizia ordinaria e quella calcistica, che, pur se non portassero nuovi esiti per il Catania, sottolineano la necessità di una più profonda riformazione dell'ordinamento e dei regolamenti sportivo - calcistici.