L'ex attaccante azzurro racconta la verità sull'addio al Napoli ed il passaggio alla juve.
19 Febbraio 2017 -- Il ritorno al gol dopo tre mesi, l’esultanza liberatoria e poi un post partita tutto speciale. Fabio Quagliarella segna il suo 101° gol in carriera, il primo della sua seconda vita. Il perché lo spiega lo stesso attaccante dopo il fischio finale della gara contro il Cagliari, terminata 1-1. "Ho vissuto un lungo periodo molto difficile a causa di una situazione che ha coinvolto me e la mia famiglia negli ultimi anni - ha raccontato Quagliarella ai microfoni di Sky Sport - finalmente l’incubo è finito". Gli occhi lucidi, la voce rotta dall’emozione per una storia personale che ha fatto soffrire il calciatore ma che non è mai stata resa pubblica. Quando non puoi parlare o dire la tua e senti tutti dire la loro opinione ma tu devi stare zitto perché ci sono indagini in corso fa male. Non è che da un giorno all’altro ho deciso di andare via da Napoli. Non c’era nessun motivo, la causa era solo e semplicemente questa. Ho tenuto botta, non è stato facile e non auguro a nessuno di passare quello che ho passato", ha continuato il giocatore.
I fatti in questione riguardano un ex agente della Polizia Postale, Raffaele Piccolo, che nei giorni scorsi è stato condannato a 4 quattro anni e 8 mesi di reclusione e al risarcimento danni - oltre all’interdizione dai pubblici uffici per cinque anni - per aver stalkerato proprio Fabio Quagliarella. "Ho vissuto 4-5 anni da incubo - ha spiegato ancora il calciatore, che ha così ammesso di aver dovuto lasciare Napoli e la squadra del suo cuore per questi avvenimento nel 2010 - sono state dette tante infamità sul mio addio al Napoli ma sono stato zitto perché c’erano delle indagini in corso. Ora posso chiarire: non sarei mai andato via da quella che ho sempre considerato. Ho ascoltato tante cattiverie per il mio passaggio alla Juventus, la causa è stata semplicemente questa. Ho vissuto male: io e la mia famiglia abbiamo ricevuto minacce di morte e di ogni genere. Venerdì è finito tutto e ho avuto ragione".