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Higuain e Callejon stendono la Lazio in tre minuti!
7ª vittoria di fila per il Napoli che espugna l'Olimpico. Irrati sospende il match al 67' per cori razzisti nei confronti di Koulibaly.

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04 Febbraio 2016 -- ROMA - Non si ferma, il Napoli di Sarri. Settima vittoria di fila, primo posto in classifica confermato, sempre a +2 sulla Juve, che centra la 13ª consecutiva, in casa, contro il Genoa (1-0). All'Olimpico la Lazio cade sotto i colpi di Higuain (23° in campionato) e Callejon (4°). Un uno-due mortifero che stende a metà primo tempo la squadra di Pioli, generosa nella ripresa, ma per nulla precisa sotto porta.

SORPRESA STRINIC - Visti i numerosi assenti, Pioli ha la formazione obbligata: Klose unica punta con Candreva e Felipe Anderson sulle fasce nel 4-1-4-1. Sarri invece rinuncia a Ghoulam sulla fascia sinistra e schiera Strinic. Maggio e David Lopez sostituiscono gli squalificati Hysaj e Allan.

PRESSING ALTO - La Lazio prova ad evitare subito il pressing azzurro, ma va spesso in difficoltà, perché Pioli decide di difendersi alto. E allora passano 7' e Basta combina un pasticcio, passando di fatto il pallone a Higuain: tiro forte, ma centrale e Marchetti salva. I biancocelesti provano a sfondare sulla destra, dove Strinic appare in difficoltà. Candreva punta il croato, ma il crosso basso è preda di Albiol. Sulla sinistra anche Maggio ha qualche difficoltà con Felipe Anderson: ma al 20' il brasiliano non è preciso e calcia alto.

LAMPI AZZURRI - Il Napoli, però, prova qualcosa che fino ad oggi aveva sfruttato pochissimo: il lancio lungo alla ricerca della profondità. Da uno di questi lanci nasce il vantaggio al 23': Higuain sbaglia l'aggancio, ma per fortuna del Pipita c'è Callejon che aggancia il pallone e glielo serve su un piatto d'argento. E' il 23° gol in campionato in 23 partite. Passano 4 minuti e il Napoli raddoppia: lancio lungo di Insigne (10° assist) per Callejon, con lo spagnolo che scatta sul filo del fuorigioco e batte Marchetti con un pallonetto. Quarto gol in campionato, tutti nel girone di ritorno.
Lazio-Napoli 0-2: Higuain-Callejon, i soliti due Lazio-Napoli 0-2: Higuain-Callejon, i soliti due

TEGOLA CANDREVA - Il momento no della Lazio si manifesta con l'ennesimo infortunio: è il 39' quando Candreva deve lasciare il posto a Keita, che si scambia di posizione con Felipe Anderson. Marchetti evita il 3-0 del Napoli uscendo alla disperata su Higuain (41'), poi Lulic (già ammonito) rischia il secondo giallo per un fallo da dietro ai danni di Callejon (46').

REAZIONE BIANCOCELESTE - Per un quarto d'ora nella ripresa il Napoli ha il possesso palla e non corre grossi rischi, poi arriva un colpo di testa di Konko su cross di Keita (61'), ma senza precisione e la Lazio si sveglia. Sarri comincia ad annusare il pericolo: la sua squadra è troppo bassa, serve più freschezza ed è per questo che effettua il solito cambio: dentro Mertens, fuori Insigne. Ma la Lazio continua a spingere: Klose stoppa con la schiena e si ritrova la palla sui piede, ma il pallonetto è alto e Reina non corre rischi (66'), poi Felipe Anderson semina il panico, mette in mezzo con Albiol che anticipa Lulic e i bianconcelesti a chiedere un rigore per atterramento del bosniaco.

CORI DISCRIMINATORI, IRRATI BLOCCA TUTTO - Quindi, la partita viene sospesa per quasi tre minuti al 69': dagli spalti si sentono cori razzisti nei confronti di Koulibaly e i soliti cori di discriminazione territoriale nei confronti dei napoletani. Irrati decide di fermare il match. Chapeau. Riprenderà con i cambi Mauri-Klose e Gabbiadini-Higuain (71') e un colpo di testa a lato di Mauricio (75'). Gli ululati razzisti a Koulibaly non si placano e quando il difensore franco- senegalese viene amminito all'88 risponde piccato alla Curva Nord. L'ultima chance per la Lazio è sui piedi di Djordjevic (subentrato a Felipe Anderson): il tiro del serbo è potente, ma sfiora soltanto il palo alla destra di Reina. Ripartono i cori, stavolta di gioia, dei tifosi napoletani, per la settima vittoria consecutiva: Sarri ha così eguagliato il record della stagione 1987/1988.

A cura di Davide Palliggiano (fonte: corrieredellosport)