10 Giugno 2003 -- Il presidente del Napoli, Salvatore Naldi e l'amministratore unico del Venezia, Franco Dal Cin scendono in campo, con un lungo comunicato congiunto, per fare il punto della situazione, anche a seguito delle dichiarazioni di Riccardo Gaucci.
Questo il testo riportato in versione integrale.
"Abbiamo letto con attenzione la lettera del collega Riccardo Gaucci, pubblicata sul Corriere dello Sport del 9 giugno 2003. Ora che il campionato di Serie B è terminato con i chiari responsi del campo riteniamo doveroso intervenire nella cosiddetta vicenda della classifica fatta dal "TAR Catania" per far sentire la voce del Napoli e del Venezia, che hanno raggiunto la salvezza con i risultati sportivi.
Fino ad oggi Napoli e Venezia non hanno "urlato allo scandalo" limitandosi a subire le improvvide iniziative giudiziarie del Catania preoccupandosi unicamente di rispettare le regole sportive e di conseguire - giocando - i punti necessari per raggiungere la salvezza.
Ciò ha fatto sì che sui giornali comparissero soltanto - o almeno soprattutto - le lamentele del Catania che, sulla scia della decisione del TAR, viene dipinto dalle cronache di questi giorni come una società vessata da chissà quali complotti o ingiustizie, alla quale la giustizia locale, senza averne competenza, finalmente restituirebbe il maltolto.
In realtà le cose stanno in maniera assai diversa e la classifica finale della Serie B - comunque la si rigiri, TAR o non TAR - vede il Catania al quart'ultimo posto, retrocesso in Serie C 1.
Andiamo con ordine: la partita Catania-Siena del 12 aprile finisce in parità; il Catania si lamenta che il Siena avrebbe fatto giocare il giocatore Martinelli senza che quest'ultimo avesse ancora scontato una squalifica inflittagli dal giudice sportivo; infatti il calciatore Martinelli - pur colpito da squalifica per fatti accaduti durante una gara di Serie B - aveva giocato con la squadra Primavera del Siena e dunque secondo il Catania non aveva scontato la squalifica.
La Commissione Disciplinare dà torto al Catania, ma la CAF invece gli dà ragione e dà partita vinta al Catania, che così invece che un solo punto guadagnato sul campo ne guadagna altri due.
Con altra decisione relativa ad altra gara, la CAF ha anche stabilito che un giocatore squalificato,nella giornata di squalifica deve astenersi dal giocare in qualsiasi squadra, e se invece gioca la squalifica non si considera scontata.
Ma allora il Catania il giorno 17 maggio 2003 nella partita Catania-Venezia, vinta dal Catania per 2-0, è caduto nella stessa irregolarità: ha schierato il giocatore Grieco - che era stato squalificato per una giornata per fatti accaduti durante una gara di Serie B - ma nella giornata calcistica in cui avrebbe dovuto scontare la squalifica Grieco aveva giocato nel campionato primavera e dunque - secondo il principio stabilito dall'ultima decisione della CAF (caso Paternò) - non aveva ancora scontato la squalifica risultando ancora squalificato il giorno della gara Catania - Venezia.
Il Venezia ha quindi proposto reclamo contro il Catania per vedersi assegnata la vittoria a tavolino, con la conseguenza che il Catania avrebbe perso i tre punti guadagnati sul campo, ed il Venezia - avversaria diretta del Catania nella lotta per la salvezza - ne avrebbe guadagnati tre. Ovvero il campionato sarebbe di fatto finito addirittura con una giornata di anticipo con la matematica retrocessione del Catania.
E' invece intervenuta la Corte Federale, su istanza di molte società che non avevano potuto difendersi davanti alla CAF, e la Corte Federale ha stabilito un principio diverso: il calciatore squalificato deve scontare la squalifica nel campionato in cui ha commesso il fatto censurato. Pertanto sia la posizione di Martinelli in Catania-Siena, che quella di Grieco in Catania-Venezia debbono ritenersi regolari ed i risultati ottenuti sul campo sono validi a tutti gli effetti.
Il Catania vorrebbe ora - senza vergogna - invocare il principio della CAF soltanto per la partita Catania-Siena, ma dimenticarlo per la partita Catania-Venezia,disprezzando così qualsiasi regola sportiva e stracciandosi le vesti come vittima di chissà quale ingiustizia, pronta a farsi scudo dell'affrettata pronuncia di un giudice locale estraneo all'ordinamento sportivo e territorialmente incompetente.
Che tutto questo - secondo il Catania - debba passare sopra le teste di Venezia e Napoli, vittoriose sul campo e rispettose delle regole, poco importa!
Venezia e Napoli hanno mantenuto le loro azioni all'interno dell'ordinamento sportivo, non hanno presentato ricorsi ai tribunali locali, ma questo nostro comportamento non può farci passare per società che avrebbero ottenuto dei benefici. Non è bello urlare, gridare, inveire: ci si comporti lealmente in campo e si accettino i verdetti degli organi competenti.
La verità è che il Catania vorrebbe che la giustizia sportiva agisse con due pesi e due misure, falsando i risultati ottenuti in campo. Ebbene Venezia e Napoli, e crediamo tutti gli sportivi - anche quelli di Catania che hanno a cuore la giustizia sostanziale - a questo gioco non ci stanno.
Giù le mani dal Venezia e giù le mani dal Napoli!"