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"Io e Ciro ci intendiamo con uno sguardo"
Il ruolo, il Mondiale, il suo futuro nel Napoli. Lorenzo Insigne racconta un pezzo di se stesso nel ritiro di Mangaratiba.

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10 Giugno 2014 -- Cosa ha provato quando fra i 23 è uscito il suo nome al posto di Destro e Rossi? A Coverciano era arrivato da trentesimo...
«Sapevo di avere davanti attaccanti avevano che avevano fatto tanti gol più di me, ma ero lo stesso ottimista. Avevo lavorato sodo per farmi convocare. Poi Prandelli ha fatto la sua scelta, ha lasciato a casa Rossi e Destro ma non tocca a me commentare».

Non le ha dato fastidio il fatto che la sua convocazione sia stata discussa? C’era chi voleva Rossi e chi Destro al suo posto. I due si sono anche arrabbiati.
«No, nessun fastidio. Ci sta la rabbia di qualche intervista per l’esclusione, ma io penso solo a lavorare».

Lei e Immobile avete voglia di dare qualcosa in più come napoletani? Anche solo per i cori contro Napoli...
«Ci conosciamo bene, Ciro e io, è il nostro primo Mondiale, cercheremo di dare il massimo. Dovremmo dare un segnale importante alla gente che fa i cori contro Napoli».

Con Immobile ha ritrovato subito l’intesa zemaniana.
«Sì, abbiamo trascorso un anno fantastico a Pescara e non ce lo siamo dimenticato».

Ha pensato che può esserci anche Verratti nel trio delle meraviglie?
«Tutto è possibile, siamo qua con grandi campioni, con un grande allenatore. Noi tre vorremmo giocare insieme, ma va bene ogni decisione del tecnico».

I movimenti zemaniani possono diventare un’arma in più.
«Sì, Zeman ci ha insegnato tanto. Ci ha fatto diventare quelli che siamo ora. Quelli sono movimenti imprevedibili».

Con Balotelli invece come si trova?
«Con Mario non ho mai giocato, però non avrei problemi accanto a lui. Con Ciro siamo stati un anno insieme, quindi rispetto a Mario ci troviamo meglio. Ma l’intesa si trova con chiunque».

Durante l’allenamento ha abbracciato Balotelli. Quando ha saputo la notizia del suo matrimonio?
«Abbiamo visto il tweet. Sta per fare un passo importante, siamo contenti per lui».

Da esordiente avverte più emozione o pressione?
«Sono emozionato. E’ il primo Mondiale, pressione non ne sento. Sono sereno, lavoro bene con tutta la squadra, quando avrò la possibilità».

Immaginava di arrivare così presto in Nazionale? L’Italia non è mai stato un Paese per giovani calciatori.
«E’ vero, da noi i giovani tardavano ad esplodere, ma da un paio di anni si stanno facendo largo. Non ci siamo solo noi, qui al Mondiale, ma ce ne sono altri di giovani forti, le società ora danno più fiducia».

Quali sono le differenze fra lei e Cassano?
«Bene o male giochiamo nella stessa posizione, siamo un po’ simili tatticamente. Lui ha più esperienza di me».

I gol. Ne ha segnati pochi in questa stagione.
«Ogni partita vorrei fare gol, ma quest’anno a Napoli non ho giocato nella posizione che prediligo. Tuttavia ho dato tutto per conquistare la fiducia del tecnico e ho segnato 9 gol in tutta la stagione. Va bene così, poi l’anno prossimo...».

L’anno prossimo?
«Per ora concentrato solo al Mondiale, al Napoli penserò dopo».

Ma il nuovo ruolo di esterno a tutta fascia l’ha aiutata in chiave-Nazionale.
«Un attaccante vuole sempre segnare, però è vero che cambiare tipo di gioco mi ha dato qualcosa in più: sono fra i 23 perché ho fatto tanta fase difensiva».

Anche Zeman le chiedeva di difendere?
«Rientravo anche nel Pescara, ma non me lo imponeva l’allenatore. A Napoli dovevo inseguire il terzino che attaccava. Così però ho acquistato più fiato e più ritmo».

Se Prandelli le chiedesse invece di partire dal centro?
«Prandelli sa quali sono le mie qualità. Da centrale, da esterno o da quarto di centrocampo importante è giocare».

Cosa pensa dell’Inghilterra?
«Là davanti ha grandi giocatori, gli esterni sono fortissimi. E’ una grande squadra».

Il giocatore che teme di più?
«Sturridge».

Quanto può essere importante la sfida con la Costa Rica?
«Quella più importante è con l’Inghilterra».

Qual è il suo primo ricordo del Mondiale?
«La finale del 2006. L’ho vista sul maxischermo a Fratta Maggiore e poi ho fatto il corteo con i miei amici in piazza con le bandiere».

Cosa fate quando non vi allenate?
«Tv, biliardino, ping pong. Io gioco a biliardino con Immobile. Chi vince? Un po’ per uno».

Verrà la sua famiglia per il debutto a Manaus?
«Verrà mia moglie». (FONTE:CORRIEREDELLOSPORT)