Catania-Venezia non omologata La vittoria dei siciliani sub-judice dopo il reclamo del Venezia per la posizione del calciatore Grieco. Altro capitolo della vicenda-Caf
20 Maggio 2003 -- Il giudice sportivo non ha omologato la vittoria del Catania sul Venezia per 2 a 0 scaturita dal confronto di sabato scorso a seguito del reclamo presentato dai veneti per la posizione ritenuta irregolare del calciatore Grieco.
Vito Grieco, infatti, ha scontato un turno di squalifica giocando con la formazione primavera e i veneti chiedono di ottenere la vittoria a tavolino.
Si tratta, insomma, di un nuovo capitolo della questione dell'utilizzo dei calciatori squalificati nei campionati delle serie giovanili, aperta proprio dal Catania con un reclamo contro il Siena.
In sostanza la questione riguarda l'abitudine (che proprio negli ultimi giorni si è rivelata inaspettatamente molto diffusa) da parte delle società di calcio di mandare i giocatori appiedati dal giudice sportivo a giocare nei campionati giovanili.
Con la sentenza della Caf su Catania-Siena, la giurisprudenza calcistica ha affermato che questo atteggiamento è da ritenere irregolare, in quanto il giocatore squalificato non può partecipare a nessuna attività federale nella giornata in cui è stato sottoposto a sanzione. In tal modo il Catania ha ottenuto la vittoria a tavolino e guadagnato due punti in classifica.
Ad ingarbugliare ulteriormente la questione è giunta un'altra sentenza della Caf sulla base di un ricorso presentato dal Paternò, in base alla quale per "giornata" nella quale il calciatore squalificato non può essere in alcun modo impegnato in attività sportive, non va intesa come "giorno solare", ma come turno di campionato.
A partire da questa considerazione, sono divenute irregolari moltissime posizioni di calciatori: regolamento alla mano, con questa sentenza ci potrebbe essere una sovversione delle classifiche di tutti i campionati, in particolare della B. Molte squadre sarebbero in difetto e potrebbero subire dei punti di penalizzazione.
Giovedi prossimo è attesa una riunione della Corte Federale chiamata a discutere non nel merito delle due sentenze della Caf (cosa peraltro giuridicamente impossibile), ma a valutare un vizio di procedura formale sollevato da otto formazioni di B sulla sentenza Catania-Siena.
In sostanza, il reclamo si basa su una questione procedurale molto delicata: il reclamo sulla gara Catania-Siena, infatti, non fu presentato dalla società etnea (in quanto erano scaduti i tempi tecnici), bensì dal presidente federale Galliani. Dopo la sentenza della disciplinare che respinse il reclamo, fu però il Catania (e non Galliani) a presentare ricorso in appello.
Per questo otto società di B (tra cui il Napoli) chiedono l'annullamento della sentenza: chi ha chiesto il processo di appello (cioè il giudizio della Caf) non ne aveva diritto.
Al di là della questione giuridica, però, proprio il perverso meccanismo che la doppia sentenza Caf (quella Catania e quella Paternò) rischia di innescare sulla regolarità dei campionati, potrebbe indurre la Corte Federale ad annullare la sentenza della Caf ed a cercare di ripristinare i verdetti del campo.
Intanto, però, il Venezia, entro i limiti stabiliti dal regolamente annuncia questo reclamo che nel merito potrebbe provocare una ulteriore falla nel sistema della giustizia sportiva.
La situazione, insomma, si complica ulteriormente.
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