04 Settembre 2012 -- FIRENZE - Prima volta di Lorenzo Insigne in Nazionale, prima conferenza stampa e nel pomeriggio primo allenamento. Prandelli ha lasciato a casa Cassano per chiamare l’attaccante napoletano. E’ il suo momento.
Esordio in Serie A, esordio in Nazionale. Si aspettava un’accelerata del genere per la sua carriera?
«No, non me l’aspettavo. Per un giovane questa è un’occasione importante. Penso di aver fatto bene con Zeman l’anno scorso e poi in ritiro col Napoli. Se sono qui, devo dire grazie a Mazzarri».
Zeman-Mazzarri, qual è la differenza?
«Sono due allenatori molto diversi, come si vede dal tipo di gioco. Con Zeman facevo più l’esterno d’attacco, con Mazzarri gioco da seconda punta. Cavani ed io lavoriamo anche in fase difensiva».
Napoli e Juve. E’ questo il duello per lo scudetto?
«La Juve ha grandi campioni, ma noi del Napoli ci giochiamo partita dopo partita».
Ritocchiamo la domanda. E’ un Napoli da scudetto?
«Se continuiamo a giocare così, ce la possiamo giocare con chiunque».
Anche Zeman ha il carisma e la squadra per competere con la Juve?
«Con lui mi sono trovato benissimo, per me è un grande allenatore e se i giovani della Roma lo seguono può fare cose importanti».
Scudetto a Napoli e Mondiale in Brasile, sono questi i suoi sogni?
«Il mio sogno è vincere qualcosa di importante col Napoli, uno scudetto, una Coppa Italia...»
Com’è giocare con Cavani?
«Fa un grande effetto, a questi campioni facevo da raccattapalle...».
Ha avvertito subito la fiducia del Napoli?
«Prima di tornare a Napoli, prima del ritiro, avevo parlato con la società. Sapevo che ero in prova, nel senso che non era certo se fossi rimasto. Mi sono messo sotto, ho lavorato sodo giorno dopo giorno perché quello era il mio sogno e sono rimasto».
Per il Mondiale brasiliano, qualificazioni permettendo, si sta pensando a una giovane Italia. Sente questa pressione? Sente il peso dell’eredità di Cassano?
«Io so che se uno lavora duramente giorno dopo giorno i risultati arrivano e penso solo a migliorare».
Qual è la differenza tecnica fra lei e Cassano?
«Io non sono come Antonio, lui è un campione mentre io sono un giovane che deve dimostrare ancora quanto vale. Come giocatore è fortissimo, ma non mi ispiro a lui».
E a chi allora?
«A Del Piero. Da piccolo vedevo sempre i suoi gol».
Cosa ha cercato di rubargli?
«I tiri a giro. Ci provo spesso».
Sarà dispiaciuto di non poterlo incontrare: lei arriva in A e Alex se ne va.
«Sì, mi dispiace. Ho sempre sognato di conoscerlo e di poter scambiare la maglia con lui».
Visto che non ha ancora deciso il suo futuro potrebbe spingerlo verso Napoli.
«Già, moh lo dico a De Laurentiis...».
Senza Ibrahimovic, Lavezzi e Thiago Silva la Serie A è più povera, però forse può diventare il campionato dei giovani...
«E’ un bene che si faccia giocare di più i ragazzi. Ora lo spazio c’è, ma dobbiamo sempre lavorare».
Qual è l’errore che un giovane non deve commettere in Serie A?
«Non deve mai pensare di essere arrivato, perché ad arrivare ci metti tanto, ma a tornare indietro ci metti un attimo».
Un giovane su cui si può puntare?
«Immobile e Florenzi».
Da cosa è stato colpito in Serie A?
«I tempi di gioco. In B ti fanno prendere palla tranquillamente, in A no».
Non si è visto un grande Napoli contro la Fiorentina.
«Mazzarri ci ha detto di stare tranquilli perché la Fiorentina è una bella squadra e nel primo tempo ha giocato davvero una grande partita».
Cosa ha detto a Verratti quando l’ha visto qui a Coverciano?
«Ci siamo abbracciati».
E’ vero che Ancelotti vi voleva tutt’e due a Parigi?
Ride: «Questo non lo so».
Dov’era la sera di Italia-Spagna finale degli Europei?
«L’ho vista a casa mia, con i miei genitori e la mia ragazza, Genny».
Pensava che un giorno così vicino avrebbe conquistato quella maglia?
«Io pensavo alla Under 21».
Quando ha saputo della convocazione in Nazionale cosa ha pensato?
«Quando me l’hanno detto non ci credevo. Poi sono tornato a casa, ho acceso la tv e ho capito che era vero».
Però quando Mangia non l’ha chiamata nella Under 21 era evidente...
«In effetti ho pensato: “strano che non mi chiami”...».
A cura di Alberto Polverosi - CorrieredelloSport