Maradona ricoverato per un calcolo al rene Ricoverato d'urgenza a Dubai, si deve operare. Intanto riparte battaglia col fisco italiano
15 Gennaio 2012 -- Coach Diego finisce in ospedale e, entro poche ore, potrebbe essere operato. [..] L'intervento al quale l'ex "pibe de oro" dovrà essere sottoposto nell'ospedale di Dubai riguarda un piccolo calcolo al rene che ha procurato dolori lancinanti all'ex fuoriclasse del Napoli. Il campione l'argentino - dice una nota pubblicata da Al Wasl, la squadra degli Emirati allenata dall'ex "pibe" - potrebbe essere sottoposto a un interventi chirurgico nelle prossime ore e poi tornarsene a casa in brevissimo tempo.
Diego è costretto a fare... i calcoli, anche se non manca un buona notizia, stavolta con calcoli di ben altra natura. È cominciato il 13 gennaio, a Napoli, il secondo tempo del «match» che vede contrapposti l'ex campione argentino Diego Armando e il Fisco italiano che all'ex «pibe de oro», accusato di evasione, chiede il pagamento di 38 milioni di euro. Il contenzioso fiscale inizia daccapo davanti a un nuovo collegio giudicante della Commissione Tributaria di Napoli poiché - spiega il legale di Maradona, l'avvocato Angelo Pisani, - «uno dei giudici del precedente collegio era il padre di un avvocato di Equitalia, quindi incompatibile nelle controversie di tale società».
«Sono in grado di dimostrare l'infondatezza delle richieste del Fisco - ha detto in una nota il legale di Maradona, esperto in contenzioso della riscossione e docente di processo tributario - che poggiano su una sequela impressionante di anomalie e irregolarità commesse negli anni dalle varie società di riscossione poi confluite in Equitalia Sud».
Pisani rileva che, anche oggi, il fisco italiano ed Equitalia «non hanno fornito prova della esistenza della cartella e di aver interrotto la palese ed insanabile prescrizione di un credito degli anni '85-'86 oramai estinto». Pisani, inoltre, accusa Equitalia «di aver vessato Maradona, oramai testimonial e chiaro esempio per la quantità del addebito, dei metodi vessatori della riscossione, con le cosiddette 'cartelle pazze', condite di interessi, sanzioni e spese a dir poco usurai anche se ammessi da vecchie leggi sbagliate ed oramai abrogate».
Articolo parzialmente estratto da www.Corriere.it
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