14 Aprile 2003 -- E' guerra totale tra Naldi e Corbelli: in una conferenza stampa convocata dalla Società Sportiva Calcio Napoli presso l'Hotel Mediterraneo, sono volate parole di fuoco nei confronti di Giorgio Corbelli, accusato esplicitamente dal presidente Napoli di operare un'opera di indebita pressione, un vero e proprio 'ricatto' nei confronti dello stesso Naldi.
Nel corso dell'incontro con i giornalisti, sono stati quantificati i soldi finora sborsati da Naldi (174 miliardi di vecchie lire, cui si dovrebbero aggiungere i 60 ancora da pagare a Corbelli) ed è giunta una esplicita accusa nei confronti del patron di Telemarkt: "Ci ha consegnato una società allo sbando, un pacco pieno di debiti" ha affermato l'amministratore delegato del Napoli.
Attorniato dai suoi legali, il presidente del Napoli ha avuto toni duri sia nei confronti dei suoi predecessori Ferlaino e Corbelli ("Sono stato la loro banca, li ho salvati dal fallimento"), sia nei confronti di un aspirante successore, Enrico Preziosi. A tutti, Naldi ha chiesto "rispetto". In particolare, rivolgendosi al patron del Como che nelle scorse settimane aveva mostrato interesse nei confronti del club azzurro, Naldi ha affermato: "A Preziosi posso dare un consiglio, si è affidato a un consulente che ha dimostrato mancata concretezza. Se è veramente interessato al Napoli, alzi il telefono e parli col sottoscritto".
L'attenzione, però, è stata prevalentemente dedicata a Giorgio Corbelli, reo di aver avanzato un'istanza di fallimento nei confronti della Saf (Società alberghiera Flora, azienda di Naldi), per ottenere il pagamento di 60 miliardi di vecchie lire per il completamento dell'acquisto del Napoli.
La tesi dei legali di Naldi è che l'imprenditore bresciano stia pretendendo qualcosa che non era affatto scritto nei contratti: "Corbelli sapeva benissimo cosa era previsto nel patto e lo ha firmato. Il contratto prevedeva una chiarezza per le modalità e i termini del pagamento".
Nella conferenza stampa sono stati quantificati anche i soldi finora sborsati da Naldi: 33 miliardi di vecchie lire del primo 20% del club, poi i 41 miliardi che 'hanno salvato Corbelli e Ferlaino sull'orlo del fallimento', poi 40 miliardi in sede di copertura delle perdite, oltre ai 60 miliardi della prima tranche".
Un totale di ben 174 miliardi, dunque. Una cifra spaventosa per una squadra in serie B e con pesantissimi debiti.
A tal proposito, l'amministratore delegato del Napoli, Luigi Albisinni ha apertamente denunciato la situazione debitoria ereditata da Naldi. "Corbelli ha consegnato una società allo sbando e sull'orlo del fallimento che solo un impegno finanziario concreto di Naldi e' stato in grado di salvaguardare. Ci ha dato un pacco pieno di debiti ma è sempre stato rispettato: ora non puo'cercare di andare avanti creando pressioni psicologici. Non accettiamo azioni di disturbo da parte sua".
Il Napoli ha accusato Corbelli di scorrettezza: al sodalizio di Soccavo non è andato giù che l'imprenditore bresciano, abbia chiesto che il Tribunale di Roma, accerti e dichiari il credito fissando il termine per l'adempimento e contemporaneamente, abbia presentato l'istanza di fallimento.
"Siamo stanchi, stufi. Adesso non se ne può più" - ha detto Albisinni. "Corbelli non può e non deve mettere in atto situazioni strumentali per conseguire obiettivi che non gli spettano, nella piena e totale consapevolezza degli atti scritti e firmati. Corbelli vuole creare pressioni inaccettabili e strumentali e un'propone istanza di fallimento illegittima, inaccettabile, gravemente lesiva degli interessi della Saf che valuterà anche gli ingenti danni che Corbelli sarà tenuto a pagare per un comportamento illecito".
Albissini ha rincarato la dose accusando Corbelli di voler addebitare a Naldi "interessi che non gli sono dovuti".
"Abbiamo pattuito interessi legali dal 2,5 al 3% ma non possono essere certo dell'8-10-12%. I suoi problemi personali sono suoi. Non possiamo prenderci sulle spalle i problemi di Corbelli".
Insomma, il rischio che tra Naldi e Corbelli si sia innescato uno scontro irreversibile è ormai pressocchè impossibile da scongiurare: lo stesso Naldi ha dichiarato di aver rifiutato un incontro con il suo ex socio che sabato scorso aveva fatto sapere di essere a Napoli. "Come avrei potuto incontrarlo di fronte al ricatto che ha posto in essere?" ha chiesto Naldi.
Pochi minuti dopo è giunta la replica di Corbelli che ha contestato Naldi e i suoi legali su tutta la linea: "Voglio solo i miei soldi" ha detto il patron di Telemarket.