06 Novembre 2010 -- Nella rassegna stampa alla vigilia della gara con il Parma, Mazzarri ritorna sulla gara persa contro il Liverpool: “Ora ho resettato la partita con il Liverpool – ha detto il tecnico del Napoli - e credo che lo abbiano fatto anche i ragazzi. E’ stata una partita ad alta tensione e con dispendio di energie fisiche, qualche conseguenza la può lasciare, è comprensibile. Bisogna abituarsi a giocare ogni tre giorni, con squadre ad alto livello, superiori a noi. Nelle gare contro l’Inter, contro la Juve, facendo partite eccezionali e soprattutto quando il risultato ti da ragione, gli avversari non vogliono soccombere e negli ultimi minuti ti aggrediscono con valori tecnici di alto livello e al minimo errore che fai ti puniscono. Quindi l’esperienza della partita con il Liverpool ci darà modo di crescere, di arrivare al livello delle grandi squadre”.
“E’ chiaro che se le attese sono superiori a quella sulla carta- spiega Mazzarri - si ha la tendenza a vedere il bicchiere mezzo vuoto, invece che mezzo pieno. Bisognava pensare che il Napoli andava a Liverpool sperando di fare una partita degna, di uscire dal campo a testa alta, infatti, fino all’ottantesimo il pareggio ci stava stretto. Poi ci sono stati due, tre episodi sfavorevoli e la partita è finita in quel modo. Per una manciata di minuti in cui è andato tutto storto, siamo tutti delusi. Il primo ad essere deluso sono io, perché si stava facendo qualcosa di straordinario. Però sono anche il primo a ricordarmi che il Napoli è andato in questo stadio memorabile, dove poche squadre italiane sono riuscite a fare risultato e ha imposto il suo gioco al Liverpool, mettendo in difficoltà una squadra che da anni fa certe competizioni”.
“L’allenatore del Liverpool, nel secondo tempo ha messo in campo la migliore formazione che aveva. Gerrard è entrato nel secondo tempo, erano in campo otto titolari su undici, per me era la migliore formazione del Liverpool e rispettava il Napoli - ha sottolineato Mazzarri – Se si considera tutto questo, bisogna essere più che soddisfatti di questa partita che abbiamo fatto. Quando la squadra non fa risultato, sull’allenatore si dicono tante cose, ad esempio, non ha fatto sostituzioni. Certe scelte un allenatore le fa secondo la logica di quello che un cambio può dare nel corso della gara. Vi dico con tranquillità il ragionamento fatto da me, finche la squadra regge e controbatte una squadra che sulla carta è superiore. Si fa fatica a togliere un giocatore come Dossena che può far salire la squadra, spingendo sulla fascia. In difesa non faccio un cambio se non sono obbligato. Una scelta che pensavo di fare, poi non ho avuto il tempo, Grava per Dossena. Pensavo, a livello difensivo metto uno fresco e sposto Aronica, che dava segni di cedimento. Il quel momento della partita, con il campo scivoloso, c’era il rischio come quello di Yebda appena entrato. Cambiare uno che non è ancora nella partita, è un rischio gravoso. Se fosse entrato uno fresco ed avesse fatto un retropassaggio come quel giocatore che era in partita, si sarebbe detto che non era ancora pronto, non era entrato in partita”.
“La partita dell’anno scorso con il Milan, dopo cinque minuti ci ritrovammo due a zero per loro, per errori difensivi così banali, che si capiva che i ragazzi non erano ancora entrati in partita. Quindi a volte un allenatore si trova ad un bivio in cui deve scegliere se è conveniente mettere uno fresco con tutte queste incognite, a dieci, quindici minuti dalla fine, con il rischio che non entra in partita. Oppure continuare con quelli in campo, che poi se non ci fossero stati degli errori individuali, avrebbe rischiato di meno. Adesso col senno del ‘poi’ posso dire: avrei tentato”.
A cura di F. Angelillo
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