04 Ottobre 2010 -- Il giorno dopo la vittoria del Napoli sui capitolini, la rivista del tifo giallorosso “il Romanista” denuncia che "nel corso della partita persa dalla Roma contro il Napoli c’è da verificare la marea di insulti rivolti ai giallorossi in particolare a Totti e De Rossi e soprattutto alla città. Un gesto di inciviltà che continua a persistere negli stadi ed in particolare ieri al San Paolo. Tanti striscioni provocatori ed ingiuriosi di nessuno di questi è possibile riportare il contenuto".
Che l’inciviltà negli stadi sia sovrana è palese e non basterebbe un secolo per cambiare usi e costumi dei tifosi del calcio. Ma è difficile comprende lo sfogo di una testata romana quando proprio dal pulpito dello stadio Olimpico si può ascoltare di tutto contro i Napoletani. Persino quando l’avversario in campo non è il Napoli parte quasi sistematico il coro “Odio Napoli”. Un malcostume che genera attriti, astio che genera astio. Sarebbe utopistico sperare che negli stadi prenda il sopravvento il rispetto, ma fin quando questo non sarà che almeno non trionfi l’ipocrisia.
Alla trasferta di Napoli hanno partecipato 27 tifosi romanisti che hanno avuto vita serena. È questo il dato sul quale formulare una sentenza di massima, scevra da luoghi comuni e etichette tipiche degli stadi. Ci piace pensare che lo stesso accadrà al ritorno per i Napoletani, ma purtroppo i precedenti non sono confortanti.
Gli stessi romanisti in trasferta hanno raccontato la loro giornata proprio alle pagine de “Il Romanista” dal quale si evince la serenità con la quale hanno potuto vivere la loro giornata Napoletana, a prescindere dall’ambiente ostile nei cori e dal risultato avverso.
Il racconto è paradossale perché tende a rimarcare il malcostume dei tifosi azzurri con una tale incisività che diventa esilarante quando gli stessi romanisti si rallegrano della serenità di cui hanno goduto. Ci si lamenta degli olè a fine gara, del “chi non salta giallorosso è”, degli striscioni contro Totti e famiglia, degli insulti alla Capitale, dei fischi a De Rossi; ma si legge, cosa più rimarchevole, che il «viaggio è stato tranquillo (…) tutto è filato via liscio senza problemi (…)». Matteo, 17 anni, aggiunge: «Sì, io sono vestito coi colori della Roma e nessuno mi ha fatto storie. Anche gli steward sono stati gentilissimi, meno male».
Il racconto fa capire che agli impavidi tifosi romanisti sono rimasti sullo stomaco i fischi, gli striscioni, gli olè, e, udite udite, la chicca di “Tu vuò fa l’americano” e ‘O surdato nnammurato. O forse semplicemente il risultato finale. Come dice il romanista David: «Nun ce poteva esse finale peggiore. Che brutte cose che abbiamo visto».
Fosse questa l’inciviltà, ci sarebbe da auspicare che tutti gli stadi d’Italia fossero incivili come il “San Paolo” durante Napoli-Roma del 3 Ottobre 2010.
L'articolo dove si accusa di inciviltà per i fischi a Totti
Il racconto dei tifosi della Roma al “San Paolo”
I cori contro Napoli in Roma-Fulham
A cura di Angelo Forgione