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25 Febbraio 2010 -- L’uomo dei sogni è in quella di massa di muscoli che muovono serenamente incontro al futuro: tredici domeniche alla fine della stagione e della rincorsa e accada quel che accada: « Ora vi dico una cosa: io non parlo di Champions, di Europa, perché non l’ho mai fatto, e però sia chiaro che al sottoscritto piacerebbe vincerle tutte. Ho notato che il pareggio di Siena ha lasciato un po’ di amarezza in giro, ciò vuol dire che da quando son qui abbiamo fatto talmente bene da generare addirittura tristezza per un pareggio fuori casa. Bene! » . Il confine tra l’ironia e la serietà è quel filo di sottilissimo malcontento emerso al triplice fischio di Giannoccaro, ma l’eredità di diciotto domeniche vissute meravigliosamente bene è nell’orizzonte incoraggiante che si staglia a vista d’occhio, in un mese della verità che il Napoli va ad affrontare a petto in fuori, lanciandosi dall’alto d’un quinto posto che sa di Europa. « Siamo a punto dalla Juventus e nel gruppo di chi lotta per un obiettivo serio: io la classifica non la guardo, ma penso che siamo stati bravi ad essere arrivati sin qui. E’ chiaro che se mi chiedete cosa mi frulli nella testa, rispondo con fierezza: ottenere il massimo. Ma è un desiderio, non una promessa».
Un girone intero da Walter Mazzarri si completa con la Roma e ciò che resta, a pelle, di quelle diciotto partite e di quei trentadue punti personali è il passaporto sistemato sulla panchina e pronto per essere timbrato: tra quattro giorni Ranieri, poi il Bologna, poi la Fiorentina al san Paolo e il Milan a san Siro, poi la Juventus a Fuorigrotta e un bilancio ancora parziale, probabilmente più affidabile. « Il quarto pareggio per 0-0 in sei partite non mi preoccupa, perché il Napoli è vivo e lo ha dimostrato. Io lavoro in funzione del risultato e del gruppo, non del singolo. E in questi mesi, abbiamo recuperato ad alcune squadre 8-9 punti. Non si poteva andare avanti con la media di un mese fa, altrimenti saremmo potuti arrivare secondi. Non mi appello ai pali e alle traverse, però li abbiamo colpiti: fossero finiti dentro, staremmo parlando d’altro » .
L’umore per lo 0- 0 di Siena sancisce la convinzione assoluta di Napoli di spingersi al di là di ogni frontiera e il percorso cauto inseguito da Mazzarri rappresenta le istruzioni per l’uso d’una favola maneggiare con cura insieme ai ventiseimila acquirenti dei biglietti per la Roma: « Io non mi pongo obiettivi, perché stiamo lavorando in prospettivam ma la squadra ha dimostrato di esserci, innanzitutto in chiave difensiva. E’ un momento che fatichiamo a segnare, ma ci sta: in passato, probabilmente, ci è andata bene in alcune circostanze. Hamsik e Quagliarella non sono dei casi, per me: uno ha ventidue anni, l’altro si sacrifica ed è stato sfortunatissimo, io ho stima di entrambi, hanno talento, sono capaci di far da sé e abbattere gli schemi. Creiamo tante occasioni, ma è un periodo della stagione in cui ci dice male. Non mi interessa che un attaccante segni venti gol e magari siano solo quelli: qui segnano tutti. Né voglio che la frenesia spinga a tirare dall’angolo lontano dell’area. Se domenica fa gol Cannavaro e vinciamo 1- 0, va benissimo. Ora aspettiamo Lavezzi, che ha bisogno di tempo per tornare ad essere il fuoriclasse che è e dunque va utilizzato con attenzione. La Roma è tosta ma io vorrei vincerle tutte». Perché l’uomo dei sogni, nel suo intimo, sogna in grande...
A. Giordano
C.d.S.