26 Febbraio 2003 -- "D'ora in poi non cambierò più il modulo, non posso più penalizzare il mio credo e scendere a compromessi. Devo giocare con la mia presunzione". Dopo due settimane di ripensamenti, di dichiarazioni all'insegna della prudenza e dei tatticismi, Franco Scoglio annuncia che da questo momento in poi non baderà più agli avversari, alla classifica o ai nomi ed alle caratteristiche dei suoi giocatori, ma imporrà il suo credo tattico e plasmerà su questo l'identità di gioco della squadra.
"Devo creare, nel più breve tempo possibile, l'identità di questa squadra" ha più volte ribadito il 'professore' per il quale le cause della sconfitta di Cosenza non sono da rintracciarsi nè alle condizioni fisiche e mentali, nè al ritiro, nè alla stanchezza, "ma alla mancanza di identità".
Su questo piano il 'mea culpa' del professore è stato totale: "Le colpe, di quanto accaduto tre giorni fa, non sono dei ragazzi che si attestano a ciò che il modulo detta e quello che ho scelto a Cosenza è stato un modulo piatto, che non ha fatto giocare la squadra".
"In sette partite - ha ammesso Scoglio - non sono riuscito a leggere perfettamente le caratteristiche dei giocatori, alcuni dei quali arrivati in corsa, ma d'ora in poi non cambierò più il modulo, non posso più penalizzare il mio credo. Ho dato molto valore agli altri andando contro la mia personalità".
Il professore, dunque, non si farà più condizionare dagli avversari, nè dai nomi degli uomini a sua disposizione: "Non posso trovare il posto ad un giocatore solo perchè ha un nome importante, da oggi i calciatori dovranno essere al servizio del modulo, ed il modulo sarà al servizio del Napoli".
Dalla sconfitta di Cosenza, insomma, Scoglio ha tratto una convinzione definitiva: "Adesso basta. Da ora in poi si giocherà come ho fatto negli ultimi cinque anni, dal 1998: tre attaccanti più il trequartista: fuoricasa cambieranno solo gli uomini, ma il modulo sarà sempre lo stesso".
Per dare un riferimento concreto alle proprie parole Scoglio ha spiegato che il suo vero Napoli si è visto in campo solo nel primo tempo della gara con il Messina e proprio dall'assetto tattico e dalla prestazione fornita in quella gara, il Napoli dovrà ripartire per trovare la sua definitiva identità.
"L'unica occasione in cui sono stato felice come allenatore - ha spiegato - è stato il primo tempo contro il Messina. Le altre gare, anche se vinte, non mi hanno soddisfatto molto. Poi sono sceso a dei compromessi finalizzati al risultato ed alla classifica, ma questo è un danno sia per i giocatori che per me. Da oggi in poi il modulo che impiegherò sarà sempre lo stesso, anche se nelle gare in trasferta potranno cambiare gli interpreti".
Vale la pena ricordare che contro i siciliani, il Napoli si schierò con una formazione a totale trazione anteriore con Dionigi e Stellone in avanti, Floro Flores largo a sinistra e Pasino sulla destra libero di accentrarsi ed ispirare la manovra.
E dunque, la formazione che lundedì affronterà il Bari sarà "un clone della squadra utilizzata contro il Messina", mentre nelle gare in trasferta non cambierà l'atteggiamento tattico, ma solo gli interpreti: "I ragazzi si adatteranno e, nessuno si arrabbierà se vedrà un Napoli diverno in trasferta, perchè al San
Paolo ho bisogno di attaccare in un modo, mentre fuori casa in un altro".
Insomma, nel suo momento più difficile dall'inizio dell'esperienza all'ombra del Vesuvio, il professore risfodera il famigerato 'rombo'. "Non voglio dire che con questo modulo si vincerà sempre, ma sicuramente faremo molte più vittorie che sconfitte, ed il Napoli - ha assicurato - si salverà anche con qualche settimana di anticipo".