04 Novembre 2009 -- Le rimonte non sono un caso: il Napoli ne ha fatte tre in quattro partite, conquistando 7 punti. E neanche sono casuali i decisivi contributi forniti dalle riserve. Denis, Cigarini, Datolo: tre giocatori che hanno messo il sigillo alle partite contro Fiorentina, Milan e Juve. «Prima dicevo: ma questo quando cambia? Ora vedo un allenatore che sa fare le sostituzioni al momento giusto», ha detto De Laurentiis e il «questo» era ovviamente Donadoni. Con Mazzarri è cambiata la scena. Le sostituzioni si rivelano azzeccate. Datolo, ad esempio, è stato devastante contro la Juve: un assist (e mezzo) ad Hamsik e un gol. «I cambi rientrano nel contesto di una squadra che si prepara bene per le partite. Lo dico sempre ai giocatori: i titolari sono quelli che vanno in campo e quelli che vanno in panchina», spiega Mazzarri. È tutt’altro che sorpreso dal ruolo dei panchinari nelle prime partite.
Tutto viene studiato a tavolino con il vice allenatore Frustalupi, che prima della sostituzione disegna su un quaderno zona da occupare e movimenti da effettuare per il giocatore prescelto. «Chi va in campo a gara iniziata, deve dare il massimo perché ha potuto studiare da fuori la partita e le contrapposizioni. E poi è più fresco. I vantaggi rispetto agli altri compagni non mancano». Tra le riserve, sabato scorso, c’era anche Quagliarella, finché a 21 minuti dalla fine non è stato lanciato in campo. Mazzarri puntualizza: «Fabio non è un caso». Fa capire che tornerà in campo a Catania. «Ci sono valutazioni che vanno al di là del momentaneo aspetto fisico. Quand’ero a Livorno, io aspettai Lucarelli, in ritardo di condizione, perché sapevo che si trattava di un giocatore di livello. Quagliarella ha saltato la partita contro la Juve, almeno inizialmente, perché era la terza in sei giorni. In questa settimana può lavorare tranquillamente per ritrovare la brillantezza. Lui ha doti tecniche e per quanto ha fatto finora nella sua carriera merita una certa attenzione. Da quando io sono qui, Fabio ha segnato un gol al Bologna e Frey, un grande portiere, gli ha negato la gioia della rete su rigore alla Fiorentina. Serve il suo contributo alla squadra».
Quanto a Lavezzi, attaccante ancora a secco nel ciclo Mazzarri, il tecnico dice: «Sono soddisfatto del suo contributo, i gol arriveranno. Al Pocho e ad Hamsik ho detto: fate tutto andando a cento all’ora, meno l’ultimo gesto, il più importante». Di Champions e di un eventuale fioretto non parla. «Di certo, non rinuncerei alle sigarette...». Mazzarri teme l’effetto euforia e pure un calo di tensione dopo il colpo sul campo della Juve. «Perché in questo gruppo vi sono molti giovani. La squadra sta lavorando bene, mi ha favorevolmente impressionato assimilando in anticipo i miei concetti. Possiamo andare lontano soltanto interpretando ogni partita come una finale. Il salto di qualità che aspetto dal Napoli è rappresentato dalla continuità di prestazioni. Il momento è positivo, ma non facciamoci distrarre e pensiamo al Catania, che ha buoni giocatori e sul suo campo è avversario ancor più duro. Dopo questi risultati saremo trattati dagli avversari come le squadre che abitualmente occupano posizioni di vertice. Servono più testa ed equilibrio in questo momento, anche se gli elogi rivolti alla squadra sono meritatissimi».
Però oggi a Castelvolturno verranno studiati al video gli errori commessi contro la Juve, specie dai difensori, in alcuni frangenti. «La concentrazione dev’essere alta dai primi secondi della partita», sottolinea Mazzarri. Non si sente il nuovo idolo di Napoli. «Belle le manifestazioni di affetto, però vorrei riceverle a fine campionato. Sono contento che intorno a noi vi sia questo clima positivo: dà gli stimoli giusti».
Francesco De Luca
Il Mattino.it