02 Novembre 2009 --
« Calma, il secondo quinquennio è appena cominciato. Stiamo gettando le basi per arrivare in Champions League dove però occorrono due squadre per fare bella figura. Noi ne stiamo mettendo a punto una per ora. Il nostro obiettivo è quello di raggiungere l’Europa League, poi verrà il resto. Si vuole sognare? Si sogni pure ma bisogna essere realisti e non presuntuosi ». Aurelio De Laurentiis ha saputo tutto della notte di festa inscenata in Campania dopo l’impresa di Torino. Fuochi d’artificio a Fuorigrotta, a Mergellina, ai Quartieri Spagnoli. Caroselli d’auto in città ma anche sulla costiera sorrentina, nel casertano, nella zona vesuviana. Scene d’esultanza ovunque. Un’eccitazione registrata neanche nel giorno della promozione in A. Con un’esaltazione collettiva da contagiare anche chi non va allo stadio.
« Cosa è stato capace di realizzare Mazzarri. E come i ragazzi hanno saputo interpretare i suoi insegnamenti. Il tecnico, che avevo contattato già due anni fa, ha saputo trasmettere una concentrazione ai giocatori che prima non era richiesta e non s’era mai vista » , ha sottolineato con meraviglia il presidente del Napoli, ieri. La notte di Halloween si è trasformata così in una notte tutta azzurra sulle rive del Golfo: ragazzi con bandiere al vento sui motorini, molti con le magliette di Hamsik e Lavezzi addosso; giovani e meno giovani a discutere delle mosse tattiche di Mazzarri, del cinismo di Hamsik, della riscoperta di Dàtolo ed Aronica. E tutti con un rimpianto grande così:
« Fosse arrivato prima un allenatore così... »
A De Laurentiis è stato riferito tutto quasi in tempo reale.
« Aurelio, qui la gente è impazzita di gioia » , « Sembra la notte di Capodanno » , « C’è un entusiasmo che neanche puoi immaginare » , raccontavano gli amici al telefono cellulare. Altri hanno preferito gli sms: « Siete stati grandi » , « Grazie per le emozioni che ci avete regalato » . Molti hanno atteso l’alba per raccontare una vittoria che entrerà nella storia del Napoli di De Laurentiis. Così come erano entrate quelle del Napoli dei Maradona e dei Careca, della gestione Ferlaino. Sempre a Torino e contro la Juve: il 3 a 1 dell’‘ 86 ed il 5 a 3 dell’‘ 88.
« Hamsik, diventerà il nostro Maradona » , dicevano i più giovani.
Ma il patron ha saputo anche dell’accoglienza ricevuta dalla squadra all’arrivo a Capodichino, ieri mattina alle 8.30. E’ stato il figlio Edoardo a raccontargli della marea di gente ( duemila persone circa) che era in attesa fuori e dentro la stazione aeroportuale per osannare i protagonisti dell’impresa di Torino. De Laurentiis junior aveva voluto rientrare a Napoli proprio per toccare con mano l’entusiasmo della città e dividere la gioia con gli amici. Mancavano diversi big, Lavezzi, Dàtolo, Maggio ed altri ma chi ha osato uscire a piedi dall’aeroporto si è visto soffocare da un abbraccio calorosissimo nonchè stordito da cori da stadio. Hamsik e Gargano hanno fatto fatica a divincolarsi; idem Aronica, Grava, Pazienza, Rinaudo. Nella notte avevano fatto stampare manifesti a lutto con la scritta « Juventus » e chi s’è presentato con abito scuro e camicia bianca sbottonata, il look di Mazzarri. E tutti con le tre dita della mano destra alzate, i tre gol rifilati a Buffon. Ed oggi via con il nuovo terno: 3 ( i gol), 15 ( il numero di maglia di Datolo) 17 ( quello di Hamsik), 48 ( gli anni di Mazzarri).
Rino Cesarano
C.d.S.