22 Ottobre 2009 -- « Arriverà pure il momento che dovranno discutere di ingaggio il direttore del Napoli e il mio procuratore. E a quel punto vorrò sedermi anche io al tavolo e parlare. Ho tante cose da dire ». Gargano scoppia a ridere. Vorrebbe far capire che la sua non è una minaccia, bensì solo una battuta. In realtà, gli rode dentro guadagnare meno di alcuni compagni che vanno in panchina o in tribuna mentre lui in campo corre come un dannato. L’uruguagio percepisce quattrocentocinquantamila euro l’anno ed è legato al Napoli fino al 2013. In estate alla luce di un interessamento della Fiorentina chiese un adeguamento di contratto. Ma De Laurentiis si oppose con fermezza, ribadendo che dopo quel girone di ritorno condotto con una media retrocessione nessuno aveva il diritto di accampare pretese.
E così Gargano si mise l’anima in pace sperando di riparlarne prima o poi. « Il problema c’è, sapete tutti qual è la mia situazione, inutile stare qui a raccontarla ma vi assicuro che non influisce sulle mie prestazioni. Io ho badato sempre ad allenarmi ed a fare bene. Ho pensato solo ed esclusivamente al Napoli. La testa è tranquilla e sono felice di essere qui. Più in là si parlerà di contratto. Abbiamo ricevuto rassicurazioni che se ne riparlerà». Gargano non vuole arrivare al braccio di ferro con la società. Ma neanche che si profitti del suo attaccamento alla maglia. O, ancora peggio, che si speculi sul fatto che è suo interesse rendere al massimo perché si trova ancora in corsa per andare ai mondiali.
Il «Mota» chiede solo la giusta gratificazione per quanto dà in campo; un segnale di apprezzamento da parte della società. Tutto qui. Racconta il retroscena con Mazzarri alla vigilia della gara con il Bologna: « Mi ha chiesto dove mi sarebbe piaciuto giocare non prima di avermi messo davanti un foglio di carta ed una penna. Gli ho fatto vedere dove e lui mi ha schierato in quella posizione. Si ricordava di me, mi aveva visto contro la Samp. Il mister chiede a tutti aggressività e io credo di aver ripagato la sua fiducia anche se ho sbagliato un paio di chiusure. Donadoni, invece, mi vedeva sul centro destra. Ma per me la posizione non è mai un problema ».
Non si pronuncia sul neo tecnico perché è stato solo due giorni con lui, il venerdì e il sabato prima di Napoli-Bologna. Ma tiene a sottolineare: « Il primo anno c’era Reja che ti guidava con esperienza, poi Donadoni, una persona tranquilla che ha pagato per i risultati che non sono arrivati. Ora c’è Mazzarri. Tutto dipende dalla personalità della squadra. Qui non conta il singolo. Non contano Lavezzi, o Gargano o altri, conta il gruppo. Se la squadra si ritrova, possono arrivare anche i risultati» .
Gargano, fidanzato con la sorella di Hamsik, ha stretto un patto d’acciaio con il cognato: rendere la vita dura alla Fiorentina: « Cercheremo di fare risultato anche a Firenze, non tanto per noi ma per i tifosi che ci seguono ovunque, specie per quelli che vengono allo stadio per incitarci e non per scaricare le loro tensioni. E poi, se vinciamo, tutto va bene e non nascono polemiche. Speriamo di arrivare più in alto possibile, siamo ancora in tempo».
Rino Cesarano
C.d.S.