19 Ottobre 2009 -- Una notte praticamente insonne ma ne valeva la pena perché "quando si vince si sta bene". Walter Mazzarri ha ancora l'adrenalina a mille dopo il successo acciuffato in extremis all'esordio con il Bologna. "Tante telefonate da fare" hanno costretto il neo tecnico del Napoli costretto a dormire poco. "Ma quando si vince si riesce a fare tutto al meglio e a tramutare tutto in positivo, anche le difficoltà e i problemi che ci sono quando un allenatore subentra - dice Mazzarri - Ho dormito poco, ma il gol di Maggio è stato bellissimo, è arrivato dopo una partita sofferta che s'era messa subito in salita mentre noi avevamo bisogno episodio positivo".
GIOCATORI STREMATI - La prima sulla panchina azzurra e di fronte al pubblico amico del San Paolo è andata come meglio non poteva. Ma l'inizio aveva fatto presagire un pomeriggio buio. "La gara - ricorda l'ex allenatore della Sampdoria - era iniziata in modo particolare, e questa squadra in passato quando andava in svantaggio non reagiva. C'erano tanti rischi. Se il Napoli ha giocato col cuore della vecchia Reggina? Sì, nel finale ho visto giocatori stremati, specialmente quelli che sono venuti all'ultimo con le Nazionali, avevano minore lucidità, tanta stanchezza. I ragazzi sono andati oltre i propri limiti. Hanno cercato la vittoria fino all'ultimo, anche se abbiamo preso qualche rischio, abbiamo fatto qualche errore dopo il pari sbilanciandoci in malo modo e prestando il fianco al contropiede del Bologna".
LAVEZZI - Il neo allenatore azzurro è ripartito da Lavezzi, leader e uomo assist contro il Bologna, utilizzandolo come Cassano nella Sampdoria: più rifinitore che bomber. "Il Pocho è una persona perbene: ci siamo intesi al primo sguardo", ha spiegato dopo la partita Mazzarri. Tra i due c'è già feeling. Vincente la scelta di far giocare lo stesso l'argentino, nonostante fosse tornato in Italia solo sabato per il passaporto smarrito in Sud America. Il tecnico e i compagni, a differenza di De Laurentiis, hanno creduto alla buona fede dell'attaccante. Ma Lavezzi c'è rimasto male per le accuse subite. "Dipende dal presidente se va tutto bene. Sono a Napoli per giocare a calcio, non per fare le polemiche. Queste cose non mi piacciono, io voglio fare solo il mio lavoro. Il problema è che non mi credono mai, è una situazione che posso sopportare solo fino a un certo punto", s'è sfogato il Pocho a Diario Olè, sempre più ai ferri corti con De Laurentiis.
DATOLO A SINISTRA - Mazzarri si accontenta del carattere e il cuore dei suoi, il resto verrà col tempo e le decisioni prese ieri non sono definitive. "Sabato avevo detto ai ragazzi 'domani è il primo dato per me, ho cercato di mettere in campo una squadra di un certo tipo. Datolo? Mi ha fatto capire che è una mezz'ala sinistra. Io - continua il tecnico - ho preferito metterlo nel ruolo a lui più idoneo, spostando a destra Hamsik. Ho parlato anche con Marek, mi ha detto che per lui è uguale giocare a destra o sinistra".
NON GUARDIAMO LA CLASSIFICA - "Ho messo in campo una squadra con la logica che mi piacerebbe vedere - precisa Mazzarri - con due mezz'ali che non danno punti di riferimento e un metodista mobile come Gargano. Ma da domani avrò dati più significativi dettati dall'allenamento, conoscerò più cose". Il pubblico del San Paolo si è fatto sentire. "Ho visto grande entusiasmo, mi hanno accolto bene e hanno capito il senso delle mie prime conferenze stampa. Ieri i ragazzi lo hanno fatto vedere subito, questa squadra dà tutto e i tifosi volevano vedere questo. Poi ovviamente vorranno qualcosa in più". Senza andare oltre con i pensieri, perché "risultati e classifica si fanno giorno dopo giorno. Non bisogna guardare troppo alla classifica ma guardare alla prossima e cercare di fare al meglio".
MARCO AZZI
La Repubblica.it