13 Ottobre 2009 -- Mazzarri lo ha già conquistato. «Un uomo concreto, ama la sintesi, vuole i fatti e non si perde dietro le chiacchiere». De Laurentiis lo ha scelto come uomo del rilancio del Napoli e lo ha voluto al suo fianco anche a Montecarlo. Con Mazzarri è partito il nuovo corso. «Il secondo, il più importante. Avrei potuto riorganizzare la società nella scorsa primavera, però a sfasciare ci vuole poco e invece io ho come dote la pazienza, anche nella sopportazione. Siamo partiti con entusiasmo per questa seconda tappa, la più importante. Ma dobbiamo mantenere i piedi per terra. Anche per questo mi piace Mazzarri.
Va dritto alla mèta, cercando di non creare attriti e di non fare gesti rivoluzionari. È un grande ottimizzatore: lavora con i giocatori che ha e sa fare di necessità virtù. Non gli interessa fare processi e cercare preventive giustificazioni ad eventuali difficoltà». Ci sono tifosi che avrebbero voluto Mancini in panchina. «È bravissimo e avrebbe fatto bene a Napoli. Ma i tifosi accettino le mie scelte, giuste o sbagiate. Io da tempo avevo scelto Mazzarri».
Come sta il Napoli? «Bisogna comprendere le componenti che hanno creato questa situazione. E se fosse stata sbagliata la preparazione atletica? La squadra non si è ancora formata: il direttore d’orchestra ha sbagliato lo spartito». A proposito di quel direttore, Donadoni: ha detto di essere stato licenziato da chi non capisce di calcio. «Ma sono io che decido».
Mazzarri non promette l’Europa. De Laurentiis la ritiene sempre obiettivo possibile? «Quando produco un film, cerco di arrivare al top nella classifica degli spettatori perché il pubblico è il mio committente e così è anche nel calcio, dove io ho una responsabilità in più di Mazzarri. Per me vincere non è solo qualificarsi per l’Europa, ma anche ristrutturare e migliorare. Mazzarri pensa a domani e fa bene. Io penso anche a dopodomani». Da qui a gennaio cosa si aspetta? «Molto, da tutti».
E a gennaio ci saranno rinforzi? «Pronti a intervenire: c’è la porta aperta per il nostro allenatore e valuterò le sue richieste. Toni? Non fa al caso nostro. Creerò una rete di osservatori: quattro fissi coordineranno il lavoro di rappresentanti all’estero. Queste partite saranno per capire quali giocatori sono da Napoli e quali no».
Da chi attende qualcosa in più? «Dalla squadra. La qualità dei giocatori emergerà, dobbiamo avere pazienza. Si vince anche con la testa e, se la squadra avrà forti motivazioni, più di un giocatore sorprenderà rispetto al passato». Che Napoli si aspetta contro il Bologna? «Vorrei calciatori con gli stimoli giusti, senza paure. Vorrei vederli ritrovare il concetto di squadra».
Risolto il rebus Montali, l’ex ct del volley che da ieri è ufficialmente fuori del consiglio d’amministrazione della Juve appena rinnovato? «Ha grandi valori, però non so se sia in grado di trasferirli al calcio. Ha lavorato da consigliere alla Juve ma gli esami non finiscono mai. E poi una cosa è la teoria, un’altra la pratica. Serve un periodo di collaudo. Sto verificando se Montali o un altro risponde al ruolo. Intanto, ho quasi scelto il direttore generale: lo annunceremo a novembre».
FONTE: ilMattino.