"In questi cinque anni non ha mai fatto un mea culpa. Anche Donadoni rischia? Arriva Zanzi o Corvino?
27 Settembre 2009 -- Il presidente De Laurentiis congeda in diretta su Sky il direttore generale del Napoli Pierpaolo Marino: «Lo ringrazio per il lavoro svolto in questi cinque anni e ora, come accade nei film, lo saluto». Un addio in piena regola, quello di De Laurentiis: «Il direttore generale ha dei compiti di organizzazione della struttura, se poi vuol assumere anche la direzione sportiva allora o lo fa oppure se non ci riesce è un suo fallimento, non della società». Per la sua sostituzione circola da giorni il nome di Roberto Zanzi, ex manager del Siena e dell'Atalanta, ma si è parlato anche di un possibile arrivo di Corvino dalla Fiorentina visto che i Della Valle si stanno defilando dalla società.
«MARINO DOVEVA FARE IL MEA CULPA» - Arriva quindi a conclusione una due giorni di fuoco nella società partenopea: «Non ho gettato alcun macigno», ha proseguito De Laurentiis, «in quanto la gente non è nè stupida, nè ingenua. Io ho fatto solo quello che a scuola si chiama parafrasi. Arriva un punto in cui uno deve dire basta. Marino ha lasciato il San Paolo? Lo chieda a lui, non a me. Io sono arrivato dieci minuti prima dell'inizio del match e non ho fatto in tempo neanche a scendere negli spogliatoi. Non ho sentito Marino neanche per telefono. Avrei gradito da parte di Marino un mea culpa sugli errori compiuti in questi anni. Io al posto suo lo avrei fatto. Io sbaglio raramente perchè non lascio nulla al caso e tengo presente tutto. Non è che quando Marino mi consiglia un giocatore io lo compro per forza. Alla fine decido autonomamente». Chiusura su Donadoni: «Lasciatelo lavorare in pace. Non ci sono problemi con lui».
MARINO LASCIA LO STADIO IN ANTICIPO - Il direttore generale del Napoli, Pier Paolo Marino non ha assistito al successo casalingo del Napoli sul Siena. Marino, dopo aver appreso delle dichiarazioni rilasciate dal presidente della società partenopea Aurelio De Laurentiis a Sky, ha lasciato lo stadio San Paolo. Il dg azzurro è andato via insieme con i suoi due figli prima dell'inizio dell'incontro.
DOMANI INCONTRO DECISIVO - L'incontro che dovrebbe sancire dopo cinque anni la fine del rapporto tra il Napoli e il suo direttore generale, Pierpaolo Marino, è in programma domani pomeriggio a Roma negli uffici di Aurelio De Laurentiis. È stato lo stesso patron del Napoli a rivelarlo ai cronisti nella conferenza stampa del dopo partita. «Domani mi incontrerò con Marino per chiarire il nostro rapporto. Sarà un chiarimento su come si può fare il bene del Napoli. Non contiamo io e Pier Paolo ma il bene del Napoli: in questo senso deciderò». A chi gli chiede se si aspetta le dimissioni di Marino che è sotto contratto per altre quattro stagioni oltre quella attuale De Laurentiis risponde: «Mi aspetto delle spiegazioni. Voglio capire perchè nel corso degli anni tutte le volte che ho chiesto qualcosa sono stato disatteso. In più occasioni ho lasciato correre: mi sono fidato, chiedevo perchè non si facesse in un determinato modo, ma mi veniva detto che avendo 35 anni di esperienza certe cose non andavano fatte. Ho dato retta e ho sbagliato. A voi sembra una frattura ma per me è un'esigenza. Io non sono quello che mette sulla graticola ma dico che si sarebbe potuto fare di più se fossi stato ascoltato».
"Sin dal momento in cui presi il Napoli era mia intenzione integrare la società con un direttore sportivo. La risposta di Marino fu: "Allora me ne vado". Il Napoli è cresciuto tanto in questi anni, è diventato un club importante in Serie A, ma gestito come fosse una provinciale. Questo non posso più permetterlo. In serie C non frequentavamo la Lega, non c'erano problemi istituzionali, poi se affronti il mercato, l'allenatore, la squadra, il marketing, l'estero, io avevao detto che volevo comprare una squadra in Scozia, in Cina, non è stato fatto. Lui lavorava a metà: o faceva il Dg, o faceva il Ds, le due cose insieme non poteva farle. In sede erano stati fatti mettere dei pavimenti color vomito, li ho fatti immediatamente cambiare. E' dovuto arrivare Donadoni per dirmi che c'era bisogno di una palestra più grande, ma avrebbe dovuto essere compito di Marino farmi notare che la palestra andava migliorata. Il Napoli si è avvantaggiato della collaborazione di tutti gli uffici del gruppo Filmauro, giuridicamente, contrattualisticamente ed addirittura per far mettere a posto le docce veniva la mia gente da Roma. Per non parlare del fatto che alcuni miei dipendenti dalle 13 alle 16 rimanevano chiusi fuori dal centro tecnico perchè lui voleva risparmiare sui consumi. I due anni di Serie C potevano essere uno, negli ultimi due campionati di Serie A potevamo ottenere risultati maggiori. Io quest'anno ho fatto sette giorni di vacanze. Da anni poi ho chiesto che si giocasse con il 4-4-2, invece si avanti con un modulo del tutto diverso. Abbiamo aspettato un mese Obinna, per capire che non avrebbe ceduto i diritti d'immagine, De Ceglie e altri terzini sinistri non sono arrivati, allora puntiamo su Datolo, Mannini sta dimostrando di andare molto bene in un 4-4-2, invece noi paghiamo tanto alcuni giocatori, e poi non riusciamo a venderli. Io ho bisogno di dare un'organizzazione autonoma nel Napoli".
DONADONI A RISCHIO ESONERO - Nelle prossime ore De Laurentiis valuterà anche la situazione del tecnico: «Il problema non è Donadoni - dice - che è un professionista, ma capire se il suo gioco si sposa con i giocatori che abbiamo. Io ho un grande rispetto sia per Donadoni che per Marino. Li ringrazio entrambi per il lavoro svolto fino ad oggi anche se io ho altre idee su come affrontare la società a livello organizzativo. Sono convinto che le cose poi si sistemeranno da sole». L'ingaggio di Roberto Donadoni come allenatore del Napoli è stato dettato «dalla casualità momentanea». Oggi il presidente partenopeo Aurelio De Laurentiis prenderebbe decisioni diverse. «Molto spesso si prendono delle decisioni che difficilmente sono obiettive perché sono dettate dalla casualità momentanea. Quindi, voglio dire, la stessa scelta di Donadoni fu fatta sulla casualità momentanea di dover dare un segnale allo spogliatoio, mettendo da parte una persona che aveva dato moltissimo e che io ritengo un grande amico, un grande professionista e che è stato una mia vera, grande, unica esperienza in questo quinquennio, cioè l'amico Edy Reja», aggiunge. Tornando indietro, rifarebbe la stessa scelta? «Lo dovrei fare probabilmente per quel mio percorso. Se dovessi tornare indietro oggi, con l'esperienza che ho, no», dice. "Voglio parlare con Donadoni per capire certe cose - conclude De Laurentiis - Ha mandato Datolo in tribuna perchè gli ha risposto male? Non sarebbe stato meglio risolvere tutto con uno schiaffetto e appianare la situazione? Entro il 6 ottobre, data in cui ripartirò per gli Stati Uniti, passando per Francoforte, il Napoli sarà ripartito. Con Donadoni o un altro tecnico".