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Donadoni nell'occhio del ciclone
La seconda sconfitta esterna consecutiva si porta dietro una scia di veleni. Il tecnico sott'accusa per aver lasciato in panchina Lavezzi e Gargano

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14 Settembre 2009 -- Era già successo con il Palermo, nella prima trasferta del campionato. Ma il secondo suicidio esterno del Napoli, sul campo infuocato del Genoa, si è portato dietro una pericolosa scia di veleni. De Laurentiis, al suo ritorno dagli Stati Uniti, alzerà la voce per l'ennesimo errore arbitrale che ha penalizzato gli azzurri. Non c'erano il rigore su Sculli e l'espulsione di Campagnaro, che hanno cambiato completamente la storia del posticipo di ieri sera a Marassi. "Siamo stati danneggiati nel nostro periodo migliore, quando eravamo in vantaggio di un gol e di un uomo. La svista di Tagliavento è stata decisiva...", si è limitato a constatare Donadoni, soffermandosi però soprattutto sugli sbagli commessi dai sui giocatori.

Tanti limiti - "Ci siamo disuniti troppo dopo aver subito il pari a tempo scaduto, calando parecchio di rendimento nel secondo tempo. La mia squadra ha ancora dei limiti, sui quali dovremo riflettere per trovare le contromisure e correre al riparo". E' andata di nuovo in tilt la difesa, che perderà per squalifica Campagnaro e Aronica, espulso pure lui nella infernale bolgia del Ferraris. Il reparto arretrato sarà dunque in emergenza nell'anticipo di sabato pomeriggio (ore 18) al San Paolo contro l'Udinese del capocannoniere Di Natale, già destinato a diventare un brusco crocevia della stagione. I biglietti sono in vendita da oggi, per adesso niente folla ai botteghini.

La rabbia dei tifosi - I tifosi, stavolta, sono più arrabbiati che delusi. Gelida - Hamsik escluso, tre gol in altrettante giornate per il forte centrocampista slovacco - l'accoglienza per la squadra all'aeroporto di Capodichino, dove Quaglierella e compagni non hanno trovato i soliti cacciatori d'autografi. Il tempo di salire a testa bassa sul pullman e subito di corsa ad allenarsi a Castelvolturno. In gruppo sono tornati Datolo e Zuniga, lasciati a casa con una mossa assai discutibile da Donadoni. L'allenatore è nell'occhio del ciclone, per la prima volta da quando gli è stata affidata la panchina azzurra, a marzo. Nemmeno De Laurentiis s'è spiegato la clamorosa rinuncia a Lavezzi e Gargano, in panchina contro il Genoa per quasi un'ora. "Avevano giocato con le rispettive nazionali in settimana e non potevano essere al massimo...", la motivazione ufficiale. Colpa della stanchezza, insomma. Ma al tecnico lombardo, soprattutto da parte dei tremila sostenitori presenti a Marassi, è stata imputato anche l'atteggiamento remissivo durante la gara, cambiata con un paio di mosse indovinate dal collega Gasperini. Si poteva fare di più, specie in superiorità numerica. Il grave errore dell'arbitro Tagliavento non è stato l'unica causa del ko, il secondo consecutivo in trasferta, dove l'ultimo successo risale a 11 mesi fa.

Donadoni nel mirino - Donadoni è sott'accusa, dunque, in attesa dell'imminente ritorno dagli Stati Uniti di De Laurentiis. La sua fiducia nei confronti dell'allenatore resta intatta, per ora. Ma la sfida di sabato contro l'Udinese sarà già un esame. Per tutto il Napoli.
La repubblica.it