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"Giocare a Napoli e' far parte dell'elite"
Le dichiarazioni di Morgan De Sanctis, portiere della squadra partenopea.

08 Settembre 2009 -- Morgan De Sanctis, ovvero il piacere di esserci («Nel mio ruolo c'è Buffon, capirete»), valori tecnici a parte che sono di altissimo livello, per non parlare dello spessore umano che è di prim'ordine.

Tornare in Italia è stata una scelta di vita o tecnica?
«Non ci ho pensato su due volte ad accettare il Napoli. All'estero ho giocato nel Siviglia, la terza squadra di Spagna, e nel Galatasaray che ha milioni di tifosi sparsi in tutto il mondo e ha rappresentato il punto più alto della mia carriera. Rientrare in Italia e farlo a Napoli ha significato per me un ritorno dalla porta principale, in una piazza storicamente tra le più prestigiose, in una società che ha un progetto ambizioso: tornare nel giro di qualche anno nell'élite e partecipare in pianta stabile alle competizioni europee».

Trentadue convocazioni in Nazionale, che significato hanno?
«Alla Nazionale tengo moltissimo e se lo dico io sono ancora più credibile perché nel mio ruolo c'è Buffon, portiere tra i più forti da ben 15 anni. Sono il secondo o il terzo, ma è sempre altissimo il desiderio di fare il proprio dovere. Dal marzo 2005 Lippi mi ha sempre convocato e mi sento parte integrante di questo gruppo. Spero di arrivare al Mondiale».

Come vede il Napoli?
«A Palermo abbiamo fatto un'ottima prestazione ed avremmo meritato di vincere. E anche contro il Livorno, esclusi venti minuti nel secondo tempo. Certo, c'è da migliorare ma stiamo lavorando bene. Quello che si percepisce nel Napoli è questa sensazione: nei nuovi arrivati c'è tantissima voglia di far bene e tra quelli che già c'erano c'è tanta voglia di rivalsa per cancellare il brutto finale dello scorso anno. È una squadra attrezzata in tutti i reparti con una caratteristica in particolare: la spiccata propensione offensiva, credo che avrà continuità nell'andare a rete».

Dove si può arrivare?
«Inter, Juve e Milan sono un discorso a parte, Roma e Fiorentina hanno qualcosa in più, il nostro obiettivo è l'Europa League: sarà fondamentale centrare almeno il sesto posto, lottando in un gruppo che comprende perlomeno otto squadre e che ha come capofila il Genoa che incontreremo alla ripresa del campionato. Non potremo sbagliare».

Che cosa c'è da migliorare?
«Il rendimento in trasferta e non sarà facile. Questo è il nostro cruccio: il calendario ci ha messo tutte di fila squadre insidiose».

Cigarini può diventare il leader del centrocampo?
«Ha 23 anni e già una grandissima esperienza della serie A. Può essere presente e futuro del Napoli ma non va caricato di responsabilità».

Quagliarella tra Napoli e Nazionale.
«Sta bene, è in uno stato di grazia, sta ricevendo in termini di gratificazioni quello che lui, napoletano, s'aspettava, dall'affetto ai gol, verificando che la realtà è stata ancora più bella dell'immaginazione. Anche qui in Nazionale è carico e sereno, non so se giocherà dall'inizio o se subentrerà contro la Bulgaria ma lui è in grado di fare sempre bene. È speciale nella capacità di coordinarsi in tutte le situazioni».

E di Lavezzi che cosa può dire?
«Avevo visto il Pocho in tv e ora si materializzano le cose speciali che gli vedevo fare. È un ragazzo serenissimo, gioviale, professionista inappuntabile, ha spirito di sacrificio: una rivelazione».

Visto che ci troviamo, un parere su Hamsik.
«Da centrocampista ha una media gol impressionante, la sua dote maggiore è la capacità di saper leggere l'azione».

di ADOLFO MOLLICHELLI
da www.IlMattino.it