16 Luglio 2009 -- Cinque argentini, mai tanti nel Napoli, la squadra che da tempo ha solidissimo feeling con i giocatori di quel Paese. Ma non tutti resteranno. Lavezzi, Datolo, Denis, Navarro e Campagnaro, soprannominato il Toro, il difensore che gioca da sette anni in Italia e conta di conquistare con la maglia azzurra la convocazione nella Seleccion di Maradona.
Datolo vuole scrollarsi di dosso l'etichetta di oggetto misterioso: poche partite e tanti dubbi nei quattro mesi napoletani. Navarro aspetta segnali da Marino e dai loro procuratori perché potrebbero non far parte del Napoli che punta all'Europa.
El Tanque Denis, otto gol nello scorso campionato e rendimento molto inferiore alle aspettative, è in bilico e vorrebbe voltare pagina, tanto per cominciare si è presentato a Lindabrunn con un altro look, cranio rapato a zero. Navarro è uno dei tre portieri presenti in ritiro che non saranno titolari perché il posto spetta al nazionale De Sanctis.
Negli allenamenti commette ancora qualche errore: Donadoni lo sgrida e il nuovo preparatore Petrelli tenta di correggerlo. Atteso con ansia, però puntuale all'appuntamento con il tecnico e i compagni al raduno, Lavezzi sorride e scherza alla Sportschule. Ma, quando si tratta di fare sul serio e di sudare, il Pocho c'è. Lui non ha dovuto piegarsi al silenzio stampa, confermato dalla società anche nella quiete del ritiro. L'aveva deciso per conto suo.
Dopo gli allenamenti Lavezzi cambia strada per rientrare negli spogliatoi, evitando di incrociare giornalisti, cineoperatori e fotografi. Se parlerà, lo farà dopo un confronto. «Devo prima parlare con De Laurentiis». Il Pocho vuole chiarire con il presidente le ragioni dei suoi malumori, per la promessa non mantenuta dalla società sull'aumento di stipendio e per le durissime parole del produttore cinematografico sulla sua vita privata.
Il colloquio nella prossima settimana a Lindabrunn, dove intanto Donadoni e il suo staff hanno visto il Pocho motivato, pronto a gettarsi alle spalle una grigia stagione e a lanciarsi verso la prossima, che si concluderà con le qualificazioni ai Mondiali 2010. Lavezzi conta di essere tra 45 giorni tra i convocati di Maradona per le sfide decisive per il Sudafrica, sa che il messaggio lanciato da Donadoni («Gioca chi è in forma e non conta il curriculum») vale anche per lui, finito nel mirino della società per comportamenti non irreprensibili fuori dal campo.
Sarà il confronto con De Laurentiis a far capire se la bufera è passata o se si tratta di tregua armata. Denis spera di essere il partner di Lavezzi anche dopo questi allenamenti, le sue chance sono legate alla caccia che il Napoli sta dando alla punta centrale che offra maggiori garanzie rispetto al Tanque. Datolo sa che partirà ancora una volta da riserva di Hamsik, perché non è un esterno sinistro, o lascerà Napoli per giocare in prestito, in Spagna o Portogallo.
Certo del posto da titolare, almeno ad osservare i primi test a Lindabrunn, è Campagnaro, arrivato in Italia nel 2002 per giocare nel Piacenza di Agostinelli, che un anno dopo si sarebbe trasferito a Napoli. Hugo è stato soprannominato il Toro dai tifosi della Sampdoria, dalla quale si è distaccato dopo un infortunio muscolare al polpaccio. «Ma non ho più problemi fisici», aveva assicurato Campagnaro durante le vacanze trascorse con moglie e figlia: i primi allenamenti a Lindabrunn lo hanno confermato. Per il Toro «entusiasmante» è il progetto del Napoli, scelto, secondo sua sincera ammissione, perché «questo club ha fatto la più vantaggiosa offerta economica».
Campagnaro giocherà nella difesa a tre sul lato destro, occupato nello scorso campionato da Santacroce, destinato a finire tra le riserve. È stato scelto perché ha carattere e grinta, ma non solo: l'ex sampdoriano è un argentino che non ama la notte e trascorre in casa il tempo libero.
A cura di Francesco De Luca (ilMattino)