Il Napoli tra Cruz e Obinna E intanto una voce dal Brasile: offerti 12 milioni per Kleber, attaccante del Cruzeiro
30 Giugno 2009 -- Le voci di dentro, le voci di fuori, le voci che stridono, che stordiscono, che distraggono: però, vox populi, vox dei, e allora Cruz oppure Obinna, un mondo (nero)azzurro per il Napoli che verrà, per un attacco da definire, per quel micro-universo che sta al di là della linea del pallone ma che sta al di qua della fantasia popolare. «Il Napoli e la Fiorentina sono due società italiane interessate a Julio Cruz. Confermo». La voce di Jorge Cyterszpiler non tradisce insicurezza ed è l’ultima eco d’un mercato a cielo aperto, d’un giugno pirotecnico tra il san Paolo e Fuorigrotta, tra Castelvolturno e le stelle: «Ne ho parlato con Marino, di recente...». Julio Ricardo Cruz, el jardinero, trentacinque anni ad ottobre, però un fisico da corazziere, il gigante buono da sistemare ovunque, nel bel mezzo d’un tridente oppure nel limbo tra campo e panchina, aspettando il momento giusto per buttarlo dentro e che tra un tuffo e l’altro, non nega, non tentenna, non smentisce, non nasconde: «E’ un club che ha una storia; è una società che negli ultimi due anni ha dimostrato di saperci fare; ha uno stadio che affascina e che ha ospitato Diego». Benevenuti a Napoli, l’altra faccia di Buenos Aires, il richiamo irresistibile per chiunque sia argentino fasciato dai cuoio; benvenuti in quest’estate rovente, già piena di De Sanctis e Campagnaro, di Zuniga e Cigarini e Quagliarella e ora arricchita da Julio Ricardo Cruz, improvvisamente ricomparso all’orizzonte e spedito a far parte d’un ipotetico tridente dall’ammissione di Cyterszpiler: «Sarò
domani in Italia, vedremo».
PERCHE’ CRUZ - L’ipotesi plausibile che conduce a el jardinero si sposa con l’esigenza immediata di avere un bomber a presa rapida - 76 reti in Italia, 49 all’Inter e 29 con il Bologna - un sudamericano di peso e di senso tattico, d’esperienza, maturo però ancora vivo, utile nelle sue varie forme tattiche, motivato dal fascino intramontabile lasciato in eredità da Maradona. Si aggiunga: è svincolato, dunque costo d’acquisizione zero. Controindicazione: ha contratti abitualmente onerosi, però la suggestione Napoli potrebbe indurre a tagliare.
PERCHE’ OBINNA - I ventidue anni e quel talento non ancora esploso rappresentano bonus di assoluto riferimento, capaci di ammordibire il peso di quei quattro-quattro milioni e mezzo di euro necessari per prenderlo. E poi ci sono relazioni di un anno e passa, cominciate a stilare sin dai tempi del Chievo, tenuti da Marino nel cassetto, poi sostenuti dalle rari ma soddisfacenti apparizioni con l’Inter. Il deficit è rappresentato dalla scarsa confidenza con la porta, ma a quell’età e con quei mezzi e con la disponibilità a far qualsiasi cosa, il titolare o il panchinaro, l’opzione resta apertissima.
SUDAMERICA - Le voci: dal Brasile ne rimbalza una che si sparge nella notte, inquietante perché eccitante e conduce il Napoli sulle tracce di Kleber (26), un omone dai modi spicci che il Cruzeiro vende per necessità di bilancio. Raccontano i siti sudamericani di un’offerta da 12 milioni di euro, in presenza d’una quotazione di mercato invece più bassa, intorno agli otto, obbligata da esigenze primarie. Kleber è un’idea fascinosa che galleggia nell’aria, che lascia intravedere le possibilità di abbinamento con Lavezzi e Quagliarella, o anche solo con l’uno o con l’altro, ma per il momento rimane solidamente in gestazione tra i tortuosi vicoli del mercato. Ma le voci, a volte, non mentono.
IL MANCINO - Esterno di fascia sinistra, zona del campo destinata originariamente a Paolo De Ceglie. La Juventus ha frenato, rifugiandosi di nuovo nel valdostano, ma in caso d’avvento d’un mancino di spessore presso la Real Casa, la conversione a U non andrebbe assolutamente disdegnata. Perché ogni promessa è debito... E Napoli è una dolce cantilena, per il bolognese Gaby Mudingay: «E chi potrebbe mai dire rifiutarla?»
Antonio Giordano
C.d.S.
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