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17 Marzo 2009 -- «Il Milan punta al secondo posto», ha detto Ancelotti. Il suo amico Donadoni gli sarà nemico per una notte, cercherà di minare sul nascere il piano del tecnico rossonero. Con lo stile e il senso della misura che lo contraddistinguono, Donadoni non lo dice, ma nessuno gli vieta di sognare di vincere, di fare uno sgarbo a Carletto. Capovolgere il pronostico, riportare il Napoli al successo, ritornare a prendere tre punti in A (la sua ultima vittoria nel massimo torneo risale all’8 gennaio 2006 quando allenava il Livorno: 0-2 contro la Samp a Marassi). Battere il «suo» Milan, essere re per una notte, entrare nel cuore dei tifosi, potendo contare sulla disponibilità e sulla passione di De Laurentiis e sulla competenza e sull’esperienza di Marino. Il San Paolo che più volte l’ha fischiato, temendolo in quanto insidioso avversario durante la sua militanza al Milan, sarà al suo fianco. Sarebbe fantastico esordire al San Paolo, presentarsi ai suoi nuovi tifosi facendo lo sgambetto all’amico-nemico Ancelotti.
Donadoni inizia oggi a pensare al big-match. Lo farà al ritorno da Bergamo dove ha trascorso il lunedì in famiglia, con lo stesso scrupolo e con l’identica meticolosità con i quali ha preparato la partita con la Reggina. Se sarà emozionato nel trovarsi ad affrontare il Milan? Chissà, magari, il suo cuore e la sua mente non avranno il tempo per farlo. Saranno impegnati a battere forte per l’esordio ed a pensare a come fermare i «diavoli» di Ancelotti. In settimana Donadoni continuerà a lavorare puntando ad ottenere miglioramenti tecnici, tattici e fisici dai suoi calciatori. Lui, rispetto a Reja, lavora molto di più con il suo staff. È un lavoro di équipe quello che il neo allenatore preferisce. Fa riunioni su riunioni e, la domenica mattina, prima della partita, ne fa due con la squadra. In una delle due mostra filmati ai suoi calciatori, evidenziando pregi e difetti degli avversari. Nel pomeriggio lo staff sanitario ribadirà all’allenatore che Datolo è disponibile per un eventuale impiego, niente da fare invece per Vitale. Domani l’esterno sinistro sarà sottoposto a risonanza magnetica per stabilire l’entità del problema muscolare al retto femorale.
Donadoni, al di là di quelle che potranno essere le sue scelte per la formazione, avrà il problema certo della sostituzione di Aronica che verrà squalificato in quanto già diffidato ed ammonito a Reggio Calabria. Due le opzioni per la difesa se dovesse restare a quattro. Una linea con Grava, Santacroce, Cannavaro e Contini oppure con Santacroce, Cannavaro, Rinaudo e Contini. Da valutare anche l’inserimento di Datolo. In attesa del ritorno di Mannini (il calciatore spera che al più presto gli venga sospesa la penalizzazione in attesa del nuovo verdetto del Tas), Donadoni potrebbe decidere di utilizzare l’argentino nel rombo del centrocampo. «La partenza è stata positiva, alla mia squadra vanno fatti i complimenti. Ora, avanti così, cercando di migliorarci giorno dopo giorno», ha detto. Con modi garbati, con il tono basso, ripeterà ancora questo concetto. Chiedendo a Lavezzi di giocare più avanti, senza tornare a centrocampo ed a tutti di non protestare con gli arbitri. Lui si emozionerà ancora al pensiero delle parole che De Laurentiis gli ha rivolto a Reggio Calabria nel discorsetto prepartita alla squadra. Si emozionerà. Se Mourinho esordì a Milano dicendo «non sono un pirla», lui si è presentato con un significativo «non sono uno zombie». Dietro la maschera di freddo, è passionale e il suo cuore batte forte. Per il Napoli.
Vittorio Raio
Il Matttino