23 Febbraio 2009 -- Prosegue il ritiro «forzato» del Napoli, deciso ieri sera per far cessare l'assedio dei tifosi al San Paolo dopo il ko interno con il Genoa. E nel pomeriggio arrivano anche gli ultrà che hanno voluto incontrare la squadra. Venti minuti: tanto è durato il faccia a faccia tra una rappresentanza del tifo organizzato e i giocatori del Napoli. L'incontro è avvenuto nel centro tecnico di Castelvolturno, dove la squadra da ieri sera è in ritiro e dove si prepara in vista della delicatissima trasferta di sabato prossimo contro la Juventus. I supporter partenopei, che già ieri avevano manifestato il proprio disappunto protestando all'esterno dello stadio San Paolo e poi incontrando il dg Pierpaolo Marino, hanno incontrato la squadra nel tardo pomeriggio. Massimo impegno e nessuna distrazione in un momento particolare per il campionato del Napoli la richiesta degli ultrà che hanno ribadito il proprio sostegno e attaccamento alla maglia azzurra.
Poi c'è stato oggi un lungo faccia a faccia tra giocatori, allenatore e il dg Pierpaolo Marino: un incontro che, secondo quanto trapela dal silenzio stampa, ha avuto toni anche molto tesi. Sotto accusa soprattutto il comportamento di alcuni giocatori, per le troppe uscite serali anche a ridosso di match importanti. La crisi era nell'aria da settimane, la sconfitta di ieri l'ha solo confermata in modo clamoroso.
Ora ci si interroga sulle responsabilità. La mancata campagna acquisti di gennaio porta sul banco degli imputati il dg Pierpaolo Marino, capace di ricostruire la squadra dalle ceneri del fallimento, di scovare calciatori di indiscusso talento (Hamsik e Lavezzi, tanto per fare qualche nome), ma anche di non riuscire a porre rimedio all'attuale crisi, ad esempio per non essere riuscito a portare un esterno sinistro in grado di supplire all'assenza forzata di Mannini. Datolo non era quello che serviva a questa squadra, recriminano i tifosi.
Capitolo Reja: il tecnico goriziano da cinque anni sulla panchina azzurra capace di portare la squadra dalla C alla A, in fondo è sempre stato in discussione. Ma finchè è stato supportato dai risultati, tutto passava in secondo piano. Ora però la squadra soffre e troppo e lui non riesce a trovare una via d'uscita.
Ultimi, ma non per importanza, i calciatori. Napoli li ha esaltati, coccolati, idolatrati. E loro si sono fatti travolgere. Troppe le serate mondane, in discoteca, in giro per locali sino a tardi, anche in prossimità delle partite. Nessun freno almeno fino ad ieri quando i tifosi, delusi dall'ennesimo insuccesso, hanno protestato all'esterno dello stadio impedendo l'uscita di tutti: calciatori ed addetti ai lavori. La situazione è rientrata solo dopo che Marino ha ascoltato le richieste avanzate del popolo del tifo: ritiro e niente più discoteche e locali notturni per gli atleti. Il numero due della società partenopea, a quel punto, dopo una riunione con il presidente De Laurentiis, il tecnico Reja e Montervino e Cannavaro prima ai quali si sono aggiunti, in un secondo momento Gargano e Navarro, in rappresentanza degli stranieri e poi tutto il resto della squadra, ha deciso per il ritiro anche per evitare problemi ai diretti interessati.
I tifosi hanno infatti ripetuto più volte un avvertimento: loro stessi si sarebbero occupati di vigilare affinchè i calciatori evitassero accuratamente la movida notturna. Ed allora oggi, a Castel Volturno, lungo faccia a faccia tra squadra, allenatore e direttore. Nel corso dell'incontro i toni sembra che i toni siano stati accesi. Marino ha più volte alzato la voce contro i suoi chiedendo rispetto delle regole, concentrazione e massimo impegno anche perchè il momento è molto delicato e sabato a Torino c'è da affrontare la Juventus. E così, a differenza delle voci che erano circolare nel corso della mattinata, nessuna libera uscita.
Alcuni giocatori hanno avuto la possibilità di incontrare mogli e figli lì, nel centro tecnico mentre qualcun altro, di fretta e furia, è tornato a casa giusto il tempo per preparare i bagagli e tornare a Castel Volturno. E da stasera, nuovamente, tutti insieme a pranzo, cena e colazione anche per rinsaldare quella frattura, che pare ci sia, tra italiani e sudamericani, questi ultimi più volte additati per la conduzione di una vita sregolata rispetto a quella che dovrebbero condurre gli atleti. Per domani ancora allenamento a porte chiuse. (ilMattino)