Moggi da Vespa L'ex d.g della Juventus, ospite di "Porta a Porta": "Mai comprato arbitri, che però subiscono il fascino delle grandi. Inter e Milan oggi sono più aiutate di noi."
14 Gennaio 2009 -- ROMA, 14 gennaio 2009 - "Gli arbitri non sono venduti, ma psicologicamente sono portati a fare carriera". Lo ha detto Luciano Moggi a "Porta a porta" su Raiuno, durante la registrazione della puntata che andrà in onda stasera. "Sono qui in tv solo per spiegare le mie ragioni" ha premesso Moggi.
MA QUALE COMPLOTTO - "Dal 2006, quando è venuto fuori lo scandalo nel calcio, sono successe più cose che dal 2000 al 2006 - ha detto l'ex dg della Juventus -. Se il complotto c'era prima, c'è anche adesso. Io penso che non ci fosse prima e che non ci sia ora". Moggi ha spiegato la sua opinione sugli arbitri: "Non ci sono arbitri comprati, sentono il fascino della squadra e magari vedo che per questo danno qualche rigore, magari quando è inutile, sul 2-0, sul 3-0. Perchè vogliono diventare internazionali, ed è sufficiente che nella società ci sia un consigliere federale: nel Milan c'è, nell'Inter c'è. Vedo che queste due squadre possono fare a pari e dispari per i favori, no, non si chiamano così, gli errori involontari. Sì, capitava anche alla Juventus, sarebbe stupido negarlo, ma la Juventus queste cose non le cercava. Esisteva però l'aggravante della Juve: l'aggravante della Juve era che vinceva troppo. Per dieci anni abbiamo vinto tutto, e abbiamo vinto tutto avendo mezzi finanziari limitati. Non nego che queste cose non capitassero anche alla Juve, ma non erano così evidenti, non erano come con l'Inter che ha segnato e vinto anche con cinque giocatori in fuorigioco a Siena. Parlando dei nerazzurri, devo dire che onesti è una parola complicata. Ricordo che sono stati condannati per lo scandalo dei passaporti. Ha pure patteggiato una pena sportiva nel 2007 per la questione di Recoba. E poi l'Inter era l'unica società che aveva un arbitro, Nucini, che andava pure in società. Era una cosa che doveva essere sanzionata dalla federazione ma non è stato così. Le mie bugie? Le dicevo quando lavoravo, perchè ero tra bugiardi. Ero intercettato e per quello dicevo le bugie". L'ex d.g. della Juve ha un grosso rimpianto a quasi tre anni da quel maggio 2006: " Bisognava difendere la Juve e non Moggi. Io oggi mi pento di aver dato le dimissioni. Non è assolutamente vero che Giraudo abbia preso le distanze da me. Ha scelto il rito abbreviato per motivi di lavoro. Tutto quello che è successo è una barzelletta: i due scudetti tolti spettavano alla Juve e andrebbero restituiti".
SOLO UN GIOCO - "Io non facevo le griglie degli arbitri. Era un gioco. E poi non era vietato con i designatori. Bergamo parlava con tutti: aveva a cena tutti. Proprio la griglia mi scagiona perchè lo facevano tutti. Io non ho indicato un arbitro, ma indicavo il migliore del momento. E comunque Bergamo mi diceva di sì e poi faceva come voleva lui. Il fatto dell'intercettazione di Paparesta è una barzelletta: volevo solo un arbitro importante. Io volevo protezione per la Juve: la mia era una difesa e non un'offesa. Ripeto, quello che succede oggi tra Milan e Inter è peggio di quello che succedeva nel passato".
SCATENATO - "Non dico poi che le squadre milanesi non siano forti, ma... quando dico che l'anno scorso la Roma non ha vinto lo scudetto perchè non le è stato permesso, all'ultima giornata l'Inter stava perdendo con il Parma. La Roma aveva fatto una grande rimonta, avrebbe potuto vincere lo scudetto. La vedova Sensi qualche giorno fa ha detto: è vero, la Roma avrebbe potuto vincere il campionato ma non le è stato permesso: non lo dico io, l'ha detto la vedova Sensi"
NESSUN LEGAME - "Io con la Gea non c'entro nulla. È vero c'erano i figli di papà che ci lavoravano e non sapevano nulla di calcio. Erano bravi ragazzi, ma i loro genitori non si sono mai intromessi nelle loro vicende. Non capisco la condanna mia e di mio figlio. ".
gasport
|