31 Gennaio 2003 -- Complimenti a Perinetti per il suo pirotecnico mercato di riparazione, che per il Napoli è stato piuttosto di "rivoluzione": presi Marcolin, Savino, Martinez, Pasino, D'Angelo, Montervino, Manitta. Addio a Ferrarese, Storari, Husain, Cristiano. Infine, evitate cessioni dolorose come quella di Stellone ed (in parte) di Bonomi.
Questo l'esito dell'iper-attivismo del direttore generale che ha stravolto un Napoli perdente e depresso consegnando a Scoglio una formazione rinnovata per almeno 5 undicesimi, in grado di risollevare lo spirito dell'ambiente partenopeo dopo settimane di mortificazioni.
Insomma, quello di Perinetti - che ha agito in assoluta carenza di risorse - è stato un mercato molto proficuo ed oculato.
Per voler trovare qualche difetto nell'opera del direttore sportivo, bisogna andare a guardare il capitolo cessioni: il Napoli avrebbe volentieri trovato una nuova sistemazione a gente come Saber, Sesa e Montezine. Purtroppo il "miracolo" non è riuscito: troppo alti gli ingaggi per trovare una squadra disponibile ad accollarseli.
A dire il vero, Perinetti era riuscito perfino a convincere l'Ascoli a prendersi Saber, ma il marocchino ha rifiutato la destinazione e resta quindi a Napoli.
Nell'ultima giornata, dunque, il Napoli è riuscito solo a trovare spazio in serie C per qualche giocatore della primavera. Dopo la cessione di Buonocore alla Carrarese oggi Maisto è stato prestato al Rieti, Filocomo e Mancino (due presenze in B nella gestione Colomba) sono passati al Latina in C2, mentre Gaveglia e De Giorgio (rientrato da Padova) sono andati al Messina ed il difensore Avolio al Gladiator di Santa Maria di Capua Vetere.
Dunque, il mercato del Napoli non si è chiuso col botto: niente da fare per Montano che resta a curarsi a Parma, così come per Codrea.
Anzi proprio sul nome del giocatore del Genoa è maturata la vendetta di Zamparini, il patron del Palermo infuriato con il Napoli per gli esiti dell'affare-Stellone.
Il presidente rosanero, infatti, ha prelevato dal Genoa il centrocampista rumeno che Scoglio avrebbe voluto a Napoli con un'offerta fuori dalle portate azzurre: 3 milioni di euro e l'intero cartellino di Beppe Mascara.
Da sottolineare, che quello di Codrea è stato l'unico affare condotto in moneta sonante, mentre per il resto tutte le operazioni si sono svolte con scambi di prestiti o di comproprietà.