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Reja e Marino divisi su Hamsik
Il dg: io lo terrei sempre in campo. Il tecnico: «Ma le sostituzioni non sono bocciature»

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02 Dicembre 2008 -- Per mesi ha fatto parlare tanto di lui. Perché mezzo mondo calcistico lo invidiava al Napoli; perché piaceva a Mourinho; perché il Chelsea era pronto a versare 25 milioni di euro nelle casse del Napoli per averlo. Adesso, Marek Hamsik fa parlare di sé in senso opposto. Nonostante abbia segnato 6 reti (solo 3 in meno rispetto allo scorso campionato e siamo alla 14esima giornata), nonostante sia il capocannoniere del Napoli (lo segue Denis a quota 5), il suo rendimento fa discutere. Viene criticato perché è poco appariscente in campo, è evanescente, non dà un contributo valido al reparto centrale in fase di interdizione. Sembra aver smarrito la forma delle prima gare, forse anche per gli impegni con la Slovacchia perché la sua condotta di vita è irreprensibile. A Milano, Hamsik ha fatto poco per farsi ulteriormente apprezzare da Mourinho e Reja è stato costretto a sostituirlo. Proprio come accadde nella prima giornata del torneo, all’Olimpico: Marek, quel giorno, uscendo ebbe un gesto di stizza. Scattò il regolamento interno del club: arrivò una multa.

Cosa fare, dunque? Tenersi Hamsik com’è, con i suoi pregi e i suoi difetti, aspettando che maturi, che migliori? Cederlo adesso che la sua quotazione è elevata, nettamente superiore ai 5,5 milioni di euro pagati dal Napoli al Brescia? «Quando lo chiamo fuori del campo non rappresenta una bocciatura - ha detto Reja -. Tanti grandi del calcio sono stati e vengono sostituiti dai loro tecnici. Perché può capitare una giornata storta e quindi è meglio non insistere con il campione, ma è meglio farlo riposare; può capitare che per migliorare gli equilibri tattici della squadra si faccia uscire uno più tecnico e si inserisca uno più bravo nell’interdizione e come dinamsimo. Queste due sono caratteristiche che, al momento, non sono quelle migliori di Hamsik. Ciò non toglie che ho una grande stima di lui».

Marino, a fine partita a Milano dopo aver ricevuto in dono la maglietta da Muntari (fu il dg a portarlo all’Udinese nel 2002 ed oggi il ghanese lo considera «il mio papà italiano»)), ha osservato in merito ad Hamsik: «Non lo toglierei mai perché è uno che inventa sempre qualcosa. È il capocannoniere della squadra e anche quando non è in forma, realizza gol importanti». Reja, naturalmente, difende la sua decisione e ricorda che sostituire un calciatore, non significa bocciarlo: «A volte, significa tutelarlo quando lo si vede un po’ in sofferenza. Un esempio? Anche Ibrahimovich non ha brillato, anche Cruz è stato sostituito, anche Adriano è partito dalla panchina. Spetta a noi allenatori dosare le energie di tutti, valutare se in determinate gare è meglio tenere uno in campo rispetto ad un altro. La stima per Hamsik era ed è immensa. Non lo scopro certo io che, tra l’altro, è il nostro capocannoniere». I concetti, espressi in sala stampa a San Siro, sono ben radicati in Reja che non dimentica che Marek con i suoi gol ha assicurato al Napoli almeno sei punti.
vit. ra.
Il Mattino