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27 Novembre 2008 -- Sta correndo da metà luglio ma promette di correre ancora, soprattutto a San Siro. Walter Alejandro Gargano, il ventiquattrenne uruguagio del Napoli, è risentito di qualche critica che gli è stata mossa dopo la gara con il Cagliari e vuole reagire. « Qualcuno pensa che io sono fatto di ferro. Io non sono di ferro », si lascia scappare entrando nello spogliatoio dopo l’allenamento mattutino di ieri. In effetti, Gargano sta giocando senza soste da circa quattro mesi. Ventitré partite tutte d’un fiato. E tutte di una certa importanza, persino l’ultima amichevole con la sua nazionale, quella giocata due settimane fa a Parigi con la Francia. Domenech non sapeva più come fermare quel motorino che girava a pieni giri in mezzo al campo. Campionato, nazionale, intertorto, preliminari Uefa. Per Gargano, un dispendio di energie nervose e fisiche notevole. Ma al tamburino di Paysandù, alto appena 1.68 per 65 chili, basta poco per ritrovare lo smalto. Qualche giorno di stop e di nuovo a correre a perdifiato.
Grazie anche quella straordinaria capacità cardiaca che gli consente di impiegare meno tempo degli altri nei recuperi dopo un allungo. Ora Gargano sembra intrigato dalla sfida con i giganti dell’Inter. « Paura io? Di nessuno, altrimenti non sarei diventato un punto fermo della mia nazionale » , dice con quel sorriso che sa tanto di scugnizzo calato dai Quartieri Spagnoli. Anzi, più l’avversario è prestante e più il « Mota » s’impegna per avere la meglio. Negli ultimi tempi ha accusato una leggera flessione coincisa con un calo del suo partner in regia, Blasi. Ma era prevedibile. Il peso del centrocampo non poteva ricadere sempre sui soliti. Ed è qui che Reja sta intervenendo per trovare i rimedi necessari. Più collaborazione degli esterni nella fase passiva, maggiore equilibrio tra i reparti, rispetto delle distanze.
Pedina insostituibile - Reja vorrebbe anche fare riposare Gargano ma non può. Nell’organico manca un giocatore con le stesse caratteristiche; uno così abile nel catturare i palloni, rapido nei ribaltamenti di fronte, puntuale nel ripiegare fin dentro la propria area. A Bologna, in campionato, provò a lasciarlo in panchina ma dovette richiamarlo in fretta per ribaltare gli equilibri in mezzo al campo. L’uruguagio sbaglia appoggi anche elementari ma riesce a rimediare un attimo dopo. Intanto, risulta il calciatore del Napoli che gioca il maggior numero di palloni e indovina più passaggi ( 53). Difetta di esperienza per il ruolo che occupa ma a ventiquattro anni impossibile pretendere di più. Per l’allenatore, il Mota vale quanto Lavezzi ed Hamsik e giammai ne farebbe a meno. A Marino, invece, che andò a scovarlo nel Danubio lo scorso anno ricorda il primo Pizarro, il cileno passato per Udine quando aveva vent’anni.
Davide contro Golia - Gargano è sfrontato, impertinente, determinato. Voleva a tutti i costi approdare a Napoli e rifiutò offerte economiche più vantaggiose pur di approdare in maglia azzurra. Si esalta contro le grandi. Lo scorso campionato realizzò due gol, uno alla Roma e un altro alla Juve, entrambi importanti e di buona fattura. Ci proverà anche con l’Inter se dovesse capitare: « Io e i miei compagni rispettiamo tutti ma non abbiamo paura di nessuno » , ripete. E Reja gongola, fingendo poi di arrabbiarsi quando lo vede scherzare con i compagni: « Qui si lavora, diamine », urla, mentre Gargano abbassa la testa e si rimette a correre.
Rino Cesarano
C.d.S.