20 Novembre 2008 -- Poco meno di dieci anni fa il debutto su una panchina di A. Era il 7 febbraio 1999, Eddy Reja subentrò a Franco Colomba alla guida del Vicenza e vinse per 1-0 la sfida salvezza con il Piacenza. «Escluse alcune parentesi, come quelle con Genoa e Catania, due società che trovai in gravi difficoltà e infatti sarebbero state poi costrette a ripartire da zero, posso dire con soddisfazione di aver ottenuto risultati importanti in queste ultime sette-otto stagioni». I più importanti a Napoli, dove l’allenatore festeggia domenica la panchina numero 100 in A. «La celebro nel posto giusto, nel nostro stadio, davanti a tifosi straordinari che fin dal primo giorno ci accompagnano. Ho attraversato periodi di stenti e difficoltà, poi è arrivata la grande occasione di Napoli e sono orgoglioso di tagliare questo traguardo professionale a Fuorigrotta».
Contro il Cagliari, con cui ha ottenuto la promozione in A nel 2004: ruppe con il presidente Cellino poche ore dopo la festa promozione e tornò a Lucinico, la sua casa a cinque chilometri da Gorizia, fino alla chiamata di De Laurentiis e Marino. Reja, 63 anni, è considerato un allenatore giovane dal suo cinquantanovenne presidente. «Perché in A ha lavorato poco e vive con legittima gioia questo grande momento della sua carriera», ha spiegato De Laurentiis, con cui il tecnico ha avuto abbracci fraterni e scontri frontali. Cinquanta partite con il Napoli in A, lo score segnala 21 vittorie, 10 pareggi e 19 sconfitte. «I risultati in A, nello scorso campionato come in questo, sono stati importanti e lusinghieri. Abbiamo dimostrato di saper offrire anche spettacolo a una tifoseria che ha un grande cuore, riuscendo a sviluppare il progetto della società».
Cento partite in A, ma non è l’unico primato per Reja, che ha saputo guidare gli azzurri nel doppio salto dalla C1 alla A e ora è al quarto posto, alle spalle di Inter, Milan e Juve. Le statistiche sugli allenatori che hanno ottenuto più vittorie in 82 anni di storia del Napoli indicano Reja -tecnico che in quattro campionati non si è fatto mancare niente: dal successo sul Gela a quello sull’Inter- in testa alla classifica. Per lui 72 vittorie in 145 partite tra C1, B e A, con una percentuale del 49,7 per cento, superiore a quella del collega che vinse il primo scudetto, presente domenica scorsa a Bergamo: per Ottavio Bianchi 73 vittorie in 149 partite, percentuale del 49 per cento. Seguono Albertino Bigon, che vinse lo scudetto del 1990, e Walter Novellino, che firmò la promozione in A del 2000.
Poi altri allenatori che hanno scritto pagine di storia del vecchio Napoli, come Bruno Pesaola, Egidio Di Costanzo, Eraldo Monzeglio e Luis Vinicio. Lassù c’è Reja, che forma con De Laurentiis e Marino il fortunato tridente azzurro. «Questa statistica mi gratifica: è un premio al lavoro mio e della squadra. Le soddisfazioni sono state superiori alle delusioni in questi anni, anche prima di arrivare a Napoli». L’allenatore non è apparso particolarmente scosso dopo la sconfitta a Bergamo: finora ha visto la squadra rialzarsi puntualmente dopo le cadute. E poi c’è l’effetto-San Paolo, dove in questa stagione il Napoli ha sempre vinto: nove successi tra campionato, tornei europei e coppa Italia. Il decimo è atteso contro il Cagliari, unica squadra che ha sottratto sei punti su sei agli azzurri nello scorso torneo: clamorosa la caduta al Sant’Elia, dove la squadra di Reja (in tribuna per squalifica) vinceva per 1-0 al 92’ e perse per 2-1 al 94’. Domenica, prima di tre partite casalinghe in quattro giornate, è vietato sbagliare: c’è da cancellare Bergamo e c’è la festa da onorare. Le prime cento di Eddy su panchine di serie A. «Altre cento? Magari: spero di non stancarmi e di non stancare...».
F. De Luca
Il Mattino