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Naldi a tutto campo
In un'intervista a Il Mattino, il presidente traccia scenari ottimistici sul futuro del Napoli: dal fronte sportivo a quello societario

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29 Gennaio 2003 -- Da Il Mattino, pg. 42 (Intervista firmata da Tony Iavarone)

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Presidente, il sogno continua?
"Sono un tifoso e da tifoso spero nella serie A. E i tifosi, quei cinquantamila di lunedì, sono il tesoro nascosto di questa società. Però so pure quanto sia difficile tutto ciò e allora ragiono e programmo e mi dò la risposta. Se ogni cosa filerà liscia arriveremo ottavi. Non è poco e nemmeno molto, ma ci consentirà di programmare con serenità la prossima stagione".

Ma si gioca solo sul campo la prossima stagione o anche negli uffici delle banche? Il Napoli ha una sensibile crisi finanziaria. Lei si è assunto impegni economici per più di cento di milioni di euro.
È cambiato qualcosa rispetto a prima. Le istituzioni mi sono vicine e le banche adesso mi aiutano. Sono molto più tranquillo. Finalmente si capisce che oggi spira un vento nuovo, c’è maggiore concretezza nel Napoli e io mi sono adoperato affinchè ciò accadesse. Ne ho passato di brutte e di belle in questi pochi mesi, ma sono rimasto integro. Questa è la mia forza.

E tutto ciò lei lo fa risalire a due vittorie e tre pareggi?
Non solo questo, ma anche questo. Quando il Napoli andava malissimo mi sono sentito abbandonato da tutti. Anche dai tifosi che volevano solo i risultati. Ma li capisco, un’azienda che fa calcio vive così e entra in crisi se i risultati non arrivano. E quando non arrivano i calciatori hanno paura, sbagliano anche le cose più semplici, nessuno si sente protetto e sparisce la serenità. Guardate Bocchetti e Baldini oggi sono più sicuri e determinati. Per Dionigi stessa storia, è arrivato ad agosto, ora s’è perfettamente intregrato, è più audace, più propositivo. Le sconfitte, i punti che non arrivavano ci penalizzavano tutti. Adesso le cose stanno cambiando e l’atmosfera è diversa. Certo, mi sono sentito abbandonato, ma la mia integrità è il valore aggiunto di questa ripresa.

Ma quante volte si è chiesto: chi me lo ha fatto fare?
Sì me lo sono chiesto e me lo ripeteva pure la mia famiglia. Era preoccupata per il coraggio che ho avuto nel fare un investimento che è pura passione per Napoli e per i tifosi del Napoli. Anche qui qualcosa è cambiata, sono riuscito a trascinare qualche mio familiare in questa impresa. Ho fatto capire che per questa città bisogna pur muoversi, fare qualcosa di concreto, reale. Non ci si può solo lamentare e non si può solo non condividere. Io avverto il bisogno di agire. Il Napoli è anche un’operazione sociale. Riavvicinare la gente alla squadra, riportare i ragazzini sui campi di gioco è importante. Sa qual è la spinta più forte che ho avuto?

No, lo dica?
A una festa di Natale, un papà di un giovane calciatore azzurro mi avvicinò e mi disse: «Per favore presidente non vada mai via». Io credo in queste cose.

Ciò che sta raccontando è bello, ma forse è poco? Il Napoli avrebbe bisogno di investimenti, di capitali freschi, di soldi, soldi, soldi...
Gli imprenditori si nascondono, sono abituati ad investire solo se ci sono contributi in vista. Se non c’è un’economia assisistita o una redditività sicura non si espongono. Io la penso diversamente ed ecco perché ho scelto il calcio e un investimento a rischio, ma pochi lo fanno. Chi ad esempio non fa come me è Diego Della Valle, per lui è stato più semplice aspettare il fallimento della Fiorentina.

Pare che a Napoli siano in fila per un eventuale fallimento.
Lo so, sono tutti lì che aspettano. E la cosa divertente è che molti sono miei amici.

Chi sono?
Non mi sembra corretto dirlo.

Ma lei cederà a Preziosi la maggioranza del club?
Conosco Preziosi, ha già tentato di acquistare il Napoli quando c’era Corbelli. A me non dà l’impressione della concretezza.

Magari negherà, ma una trattativa c’è, esiste.
No, trattatativa vera e propria non c’è. C’è una operatività di professionisti intorno a tutto ciò. Ma già questo non lo condivido. Ripeto conosco Preziosi e non c’è bisogno di terzi per parlare di un’eventuale vendita del Napoli.

Se qualcuno venisse da lei per dire: questi sono i soldi, magari parecchi, cedimi il Napoli, lei che farebbe?
Sono aperto a tutte le partecipazioni, evito chi vuol far solo proclami o farsi della pubblicità. Così come rifiuto soluzioni al cinquanta per cento. L’esperienza Corbelli-Ferlaino ha già fatto troppi danni al Napoli. Insomma devo garantirmi e garantire il futuro della società.

Presidente Naldi, per dirla facile facile: che fa? Lo vende o no il Napoli?
È molto difficile che lo faccia. Soprattutto adesso, perché in questi giorni mi sto appassionando tanto. Sono sempre più innamorato del Napoli. Certamente non lo venderei a un napoletano o a un presidente di un’altra società.

Moggi, la Gea e un mercato tentacolare nel quale il Napoli sembra muoversi bene. C’è il grande accordo fra lei e Moggi
Nel calcio si coltivano molto i rapporti. Bisogna essere amici e cercare la collaborazione con alcuni club. Io lo faccio per ridare valenza e valore al Napoli. Se qualcuno ci è più vicino perché crede nel nostro progetto ben venga.

Ora dicono che il Napoli sia aiutato dagli arbitri. Ma lei non stava preparando un dossier sui torti subiti?
Mai pensato di farlo. Gli arbitri sono persone come tutte le altre possono vedere e non vedere, sbagliare e far bene. Noi chiediamo solo serenità anche se il Napoli deve ancora recuperare qualche punto perso.

Capitolo squadra e questione Stellone?
Lo scambio col Palermo non si fa. Mascara fisicamente non è pronto subito. E questo non ce l’ha detto nè Zamparini, nè Foschi. Ma l’abbiamo saputo dal calciatore e dal suo procuratore. Noi vogliamo un giocatore da impiegare subito. Quindi Stellone resta. Non abbiamo siglato alcun contratto col Palermo, ma solo un promemoria. Ci riteniamo sciolti dall’impegno.

Scoglio-Perinetti, la coppia funziona o vive di alti e bassi?
Hanno saputo portare a termine velocemente il mio programma iniziale. I calciatori arrivati danno concretezza alla squadra.

Scoglio l’ha scelto per il carattere o per l’abilità tattica?
Diciamo per entrambe le cose. Ma il carattere serve. Scoglio s’è trovato in un ambiente che aveva bisogno di un intervento forte. In passato non è stato così. Nella scelta dell’allenatore il carattere è fondamentale. I calciatori sono difficili da gestire, c’è chi non ha bisogno dell’educatore e chi invece non ne può fare a meno.

E nel Napoli chi ne ha più bisogno?
Gli stranieri, ma non solo. Pure chi non ha capito che il passato non c’è più. Si gioca titolari solo per meriti e non per ingaggio più alto.

Il mercato di gennaio sta per finire: altri arrivi e qualche partenza?
Puntiamo a un acquisto e a due cessioni.