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Celle negli stadi
E' la proposta di Matarrese sull'esempio del calcio inglese.

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11 Settembre 2008 -- Se necessario costruiamo celle negli stadi per mettervi subito chi delinque': lo ha detto il presidente della Lega Calcio, Antonio Matarrese. Sulla possibilita' di importare o meno il modello inglese nel calcio italiano, il n.1 della Lega e' stato molto chiaro: ''Loro hanno un'altra cultura e poi non dimentichiamo che noi abbiamo comunque un'ottima tifoseria fatta di gente per bene che segue le squadre. Certo, in Italia ci sono delle leggi che vanno cambiate'.

Il numero uno della Lega è poi tornato sulla voglia di mollare confidata dal presidente del Napoli dopo la chiusura delle curve del San Paolo fino al 31 ottobre decisa dal giudice sportivo: «Capisco l'amarezza di De Laurentiis, è la rabbia per quanto successo che lo ha indotto a quella reazione, ma è come quando si litiga con la moglie, poi tutto passa. Il presidente del Napoli non è uomo che si arrende, lui già era forte prima figuriamoci cosa potrà combinare in Lega adesso. Questi avvenimenti lo renderanno ancora più forte, lo aspettiamo a braccia aperte».

'Meglio impedire che i violenti entrino'. E' la risposta del portavoce dell'Uefa alla proposta di aprire celle negli stadi. 'Noi siamo a favore di un coordinamento europeo per l'interdizione dagli stadi in modo che le varie frange di teppisti possano essere bloccate - ha affermato William Gaillard, che sulle misure antiviolenza del governo italiano ha detto: 'Appoggiamo i provvedimenti perche' chi li ha varati conosce la situazione meglio di noi'.

Stadi di proprietà per i club e un atteggiamento meno duro e più cooperativo da parte della polizia chiamata a operare durante gli incontri di calcio. Queste sono le misure che l'Uefa suggerisce all'Italia per affrontare in modo più efficace il fenomeno della violenza negli stadi, pur ritenendo che la strada intrapresa dal governo sia quella giusta. «Se le squadre sono proprietarie degli impianti in cui giocano avranno tutto l'interesse affinchè non ci siano scontri o devastazioni», ha detto all'ANSA Jonathan Hill, capo dell'ufficio Uefa a Bruxelles. «Se invece, come succede in Italia, gli stadi sono di proprietà dei Comuni, anche la loro corretta gestione diventa più difficile e meno conveniente per i club».

«Un'altra cosa molto importante - ha proseguito Hill - è l'atteggiamento delle forze dell'ordine: mi è capitato di vedere partite in Italia, in cui i tifosi della squadra ospite, appena entrati allo stadio, venivano affrontati in modo violento dalla polizia e questo non aiuta a migliorare il clima perchè fa crescere la tensione». Sulle recenti misure del governo italiano in materia di lotta alla violenza in occasione degli incontri di calcio, Hill ha detto: «Non sta a me entrare nello specifico dei singoli provvedimenti, ma penso che la strada intrapresa sia quella giusta».

Intanto, Maroni ha annunciato al Consiglio dei Ministri l'avvio di una campagna di comunicazione contro la violenza nel mondo del calcio. La campagna si articolera' in spot sulla Rai, annunci con scritte antiviolenza sui siti sportivi, proiezioni in tutti gli stadi dotati di maxischermo. Anche i giocatori di tutte le squadre di A e B indosseranno un maglietta con una scritta antiviolenza. Uno spot sara' proiettato dal 20 settembre nei piu' importanti circuiti cinematografici.