24 Agosto 2008 -- Giovani, forti, audaci: gli azzurri sono i ragazzi terribili della serie A. È il primato numero uno della stagione del Napoli, quello dell’età media più bassa di tutto il campionato, che può essere un vantaggio, ma non è detto che lo sia: «Da un lato abbiamo la sfrontatezza tipica della nostra età, dall’altro, certe volte ci manca un pizzico d’esperienza, che pure è un elemento determinante», parola di
Fabiano Santacroce che oggi, beato lui, festeggia il compleanno numero ventidue. Giovanissimo il Napoli dei campioni che tutti provano a portargli via.
In cima alla lista c’è
Marek Hamsik che, durante l’ultimo ritiro, ha fatto la festa dei ventun’anni. Sembra già un veterano e invece è poco più di un ragazzino, anche se ha le stimmate del campione. Ma la lista dei giovani e forti in maglia azzurra è lunghissima: dal ventitreenne
Lavezzi fresco campione olimpico con
Navarro (23 anni), all’ultimo arrivato
Russotto che è il più giovane del gruppo, l’unico nato nell’88, al ragazzino
Vitale che è stato lanciato nella mischia quest’anno ricevendo consensi e applausi a soli vent’anni.
«Reja mi ha stupito per la bella capacità di puntare sui giovani», ha detto l’altro giorno il presidente De Laurentiis complimentandosi con il tecnico. Del resto la linea verde è stato, fin dal primo giorno, il pallino di tutta la dirigenza azzurra. Trovare giocatori giovani e poco conosciuti da trasformare in campioni. Con Lavezzi l’operazione è riuscita pienamente. Adesso verrà il turno di Russotto mentre Hamsik non ha bisogno di essere trasformato in campione perché già lo è fino in fondo, mentre Santacroce cerca nuove occasioni per raggiungere il vertice: «Il mio obiettivo di quest’anno è rientrare nel giro dell’Under 21», spiega il difensore prelevato dal Brescia lo scorso gennaio.
Il ragazzo è preciso e determinato. Racconta che all’inizio di ogni campionato fissa un obiettivo e si concentra per raggiungerlo. A dire la verità Santacroce pensa anche un po’ alla nazionale maggiore, quella di Lippi: «Ma se vedo la lista dei convocati nel mio ruolo - sorride - penso che devo lavorare tutta la vita per poterli scalzare». I ragazzini terribili (che ieri hanno fatto festa proprio con Santacroce in un locale sul mare, lontani da Napoli), essendo giovani, sono capaci di sognare. Nello spogliatoio del Napoli, quando si pensa alla stagione che verrà cosa si dice? Si parla di scudetto e di Champions? «Siamo giovani - Santacroce chiede comprensione - è logico che quando ci vediamo proiettati verso il campionato immaginiamo di poter battere chiunque. È logico che si parli anche di Champions, ma la scaramanzia ci impone di non confidare certi sogni. E poi siamo anche persone con i piedi per terra: non potremmo mai pensare di promettere un traguardo troppo alto. Anche perché la tifoseria del Napoli va rispettata e non può essere illusa. Altro sono i sogni dei ragazzi in uno spogliatoio, altro le promesse ai tifosi».
Giovani, ma anche leali, i ragazzi azzurri che ufficialmente, tramite Santacroce promettono un campionato «migliore dell’ultimo. Perché una cosa è certa: non bisogna mai fare passi indietro, e pensare sempre a crescere. Il resto lo fanno la nostra grande voglia, la società che ci sostiene, la bravura del tecnico, e anche la sfrontatezza e l’audacia che solo un giocatore giovane può avere...».
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A cura di Paolo Barbuto(ilMattino)