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Aspettando Lavezzi
L'intervista di Paolo Barbuto al presidente De Laurentiis a pochi giorni dall'inizio del campionato

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23 Agosto 2008 -- L’estate del mercato, dei sogni e dei progetti è quasi finita. Il trofeo Moretti ha messo la parola fine al calcio d’agosto che è bello ma finto. Il Napoli è proiettato dentro lo sprint che porta al campionato, passando per il ritorno-formalità del secondo turno di qualificazione Uefa contro il Vllaznia.

L’estate del calcio azzurro ha esaltato il presidente De Laurentiis che, però, guarda al futuro e vede un Napoli ancora più avvincente: «È una squadra che ha tante sorprese in serbo». Pensa a nuovi acquisti? «Il mercato è un discorso a parte. Io dico solo che fino ad ora, fra infortuni e giocatori prestati alle nazionali, nessuno ha ancora potuto vedere il vero Napoli. E nonostante tutto questa squadra s’è già conquistata ammirazione e simpatia». Però il Napoli vero è alle porte. «Sì, la prossima settimana sarà quella decisiva. Penso che l’innesto di Lavezzi sarà determinante per dare il volto definitivo a un gruppo che è già di prim’ordine». Per adesso Lavezzi è impegnato a Pechino. «Lo guardiamo alla tv e facciamo il tifo per lui. Lo aspettiamo con una medaglia d’oro al collo». Però, anche senza il Pocho, questo gruppo si è fatto valere. «Ed è la cosa che mi ha colpito di più. Questa squadra è in continua trasformazione, è un esperimento in costante divenire, una esperienza bella e difficile, ma gratificante come nient’altro».

L’estate del Napoli è stata intensa. È già il momento di un primo bilancio? «I bilanci si fanno a tempo debito. Però i segnali che ho avuto mi sono piaciuti. Ad esempio ho visto il Napoli con tanti giovani. Mi vengono in mente Vitale e Bruno, ad esempio. Ma penso anche a Russotto che s’è aggregato da pochi giorni. Il Napoli del futuro è questo, tanti ragazzi da valorizzare». Reja ha fatto di necessità virtù... «Il nostro allenatore questa estate mi ha colpito per un’altra dote che non conoscevo: è stato spregiudicato quando ha deciso di puntare su tanti ragazzi, ha avuto coraggio ed è stato premiato». Ma ora bisogna pensare al calcio vero. Prima l’Uefa, subito dopo l’esordio di campionato. «Io sono certo che il pubblico di Napoli accorrerà in massa sugli spalti del San Paolo per la partita contro il Vllaznia. Lo stesso calore che ho sentito nel trofeo Moretti vorrei riviverlo la sera del 28 agosto». A proposito di Moretti. L’esperienza continua ad essere positiva. «Ma ha un sapore diverso. Prima rappresentava la grande occasione per sentire il profumo della serie A. Ora è un’ottima occasione d’allenamento per una grande con altre grandi».

Si vede già al vertice? «Io sono sempre realista. Quando Ancelotti ha parlato di una finale Uefa Napoli-Milan l’ho ringraziato, ma ho continuato a pensare che dobbiamo restare con i piedi per terra e continuare a crescere prima di sognare certi traguardi». Restando con i piedi per terra, come s’immagina la linea offensiva argentina Lavezzi-Denis? «Non saprei. So che il Pocho ha dimostrato già tutto il suo valore in maglia azzurra mentre Denis è ancora alle primissime battute. Si deve ambientare, ha bisogno di capire com’è il calcio italiano: ed è giusto che lo faccia seguendo i suoi tempi, senza forzare, senza accelerare». A proposito di accelerare.

Se l’aspettava Zalayeta già in campo ad agosto? «Zalayeta durante il trofeo Moretti l’ho visto benissimo. Mi ha colpito per la semplicità con la quale è tornato a battersi in una gara ufficiale, al rientro da un infortunio così importante. È un giocatore in fase di gran recupero e ne sono contento». E Russotto che impressione le ha fatto? «Si vede che è un po’ in ritardo sulla preparazione, ma la classe c’è tutta, e l’ha già mostrata. Ha velocità e buoni colpi». I buoni colpi si fanno anche al mercato, quali sorprese arriveranno in chiusura? «Quando pensiamo al mercato non dobbiamo solo concentrarci sul presente, e sui grandi nomi. Noi guardiamo al futuro e cerchiamo giocatori da valorizzare, quelli che ancora non sono nel grande giro, pur essendo atleti di classe. Per esempio, chi vi dice che io non abbia già acquistato un giovane campione, che magari arriverà solo il prossimo giugno?».

Sta annunciando un acquisto? «Sto dicendo che il mercato va fatto con calma, in silenzio e senza fretta». Il mercato in uscita, però, non può aspettare. Perché Domizzi non trova casa? «Forse perché i fitti sono troppo alti...». Sorride, saluta e s’allontana.

Da IL MATTINO
Articolo a cura di Paolo BARBUTO