14 Luglio 2008 -- Nuovo scandalo passaparti in arrivo con implicazioni per il calcio europeo. A meno di dieci anni dalla vicenda del centrocampista Veron in forza alla Lazio e di quella di Bartelt, l'Argentina torna nell'occhio del ciclone. Il giudice federale Oyarbide ha ordinato nelle ultime ore ad oltre 600 uomini della Gendarmeria 110 perquisizioni e 40 fermi. L’inchiesta è partita dopo una denuncia presentata dal console generale italiano a Buenos Aires, Giancarlo Curcio, per la falsificazione di documenti finalizzati ad avere passaporti comunitari.
Dei 300 passaporti sospetti, più della metà sono di calciatori che, pur non avendo avi italiani, erano in cerca di quel documento che gli avrebbe spalancato le porte del calcio europeo. Tra le situazioni al vaglio della magistratura, anche quelle del portiere laziale Carrizo e del neo acquisto del Napoli, l’attaccante Denis (oltre a Bergessio, Scaparoni, Forlin). Il Napoli, in un laconico comunicato ha precisato che non esistono problemi: «La società precisa di essere stata a conoscenza, fin dall’inizio della trattativa di acquisizione, che lo stesso calciatore era extracomunitario di passaporto argentino e come tale è stato poi tesserato».
L’inchiesta argentina sembra partire dalla vicenda Carrizo. Il portiere della Lazio ha deciso di rinunciare alla cittadinanza comunitaria dopo essersi accorto di non avere i requisiti per ottenerla. Ma un anno fa il consolato italiano in Argentina, a seguito della domanda presentata dal calciatore al comune di Pinerolo (dove l'ex numero uno del River era sicuro fosse nato alla fine del diciannovesimo secolo un suo avo), rispose al sindaco del piccolo centro piemontese che la documentazione presentata da Carrizo aveva allegato un atto falso: il certificato di nascita dell'avo in questione. Ne scaturì una denuncia alla magistratura italiana, che in seguito ha scagionato Carrizo, e un'altra a quella argentina, che ora si è messa all'opera controllando le organizzazioni che chiedevano «tra i 20 e i 30mila euro per un passaporto».
Gli inquirenti, come scrive il Clarin, sospettano che «la banda contasse sull’appoggio di un impiegato del consolato italiano e di un altro del comune di una località italiana». Nella vicenda sarebbero coinvolti club italiani che avrebbero pagato per il rilascio dei passaporti falsi. E alcuni agenti di calciatori: Gustavo Mascardi, Fernando Hidalgo, Jorge Cyterszpiller, Leonardo Rodriguez e Pablo Sabbag. Secondo Sergio Barzola, avvocato del consolato italiano, «ci sono state persone che hanno fatto ricorso a queste gestioni perchè pensavano di essere nelle condizioni di ottenere la doppia cittadinanza, e quindi in questi casi ci si è approfittati della loro buona fede; altre, invece, sapevano di non essere nelle condizioni di potere richiedere la doppia cittadinanza e hanno fatto ricorso a questi posti perchè promettevano l'ottenimento di questa documentazione in qualsiasi modo». (ilMattino)