17 Gennaio 2003 -- A Soccavo sta accadendo qualcosa che solo poche settimane fa sembrava impossibile: si susseguono giorno dopo giorno le conferenze stampa di presentazione di nuovi calciatori chiamati ad indossare la maglia del Napoli per portare gli antichi colori azzurri fuori dalle sabbie mobili della retrocessione e - perchè no? - prefigurare un futuro all'altezza della tradizione della società.
Oggi è stato il turno di Rubens Pasino e di Maurizio D'Angelo: due nomi che dalla lista di Scoglio erano finiti nel taccuino di Perinetti e che - incredibile a dirsi - si sono effettivamente materializzati a Soccavo, con la concretissima prospettiva di essere in campo sin da domenica prossima per la gara col Messina.
Entrambi arrivano avanti con l'età ad indossare i colori azzurri, ma si tratta di due uomini tutt'altro che in disarmo: entrambi hanno calpestato l'erba di san Siro poche ore priam di firmare per il Napoli (Pasino nel finale della gara giocata dal Modena con l'Inter domenica scorsa, D'Angelo mercoledi scorso in coppa Italia).
Le trattative sono state però differenti: per Pasino si è trattato di un percorso lungo, durato alcune settimane, mentre per D'Angelo tutto si è concretizzato in 48 ore dopo che il nome della bandiera del Chievo era stato accostato a quello del Napoli.
Entrambi però, hanno proclamato l'orgoglio di essere a Napoli: "Ho scelto di venire qui - ha spiegato Pasino, durante la conferenza stampa di presentazione - perchè questa è una piazza importante. La cosa che mi ha convinto è stata la voglia che hanno dimostrato la società e l'allenatore nel volermi in azzurro".
Pasino è realista sulle prospettive sportive: "Per il momento il nostro obiettivo e' la salvezza poi piu' avanti se ne riparlerà. Ora pero' abbiamo bisogno di fare punti.
Spero di dare il mio contributo affinchè la squadra risalga e mi auguro di togliermi delle soddisfazioni".
Per Maurizio D'Angelo il richiamo della squadra del cuore è stato più forte di tutto, anche della volontà manifestata dal patron del Chievo, Campedelli di trattenere il calciatore a Verona.
"Venire a Napoli - ha detto D'Angelo - e' per me un motivo di orgoglio, un premio per la mia carriera. Sin da piccolo respiravo la voglia di Napoli, vedevo il San Paolo e sognavo un giorno di potervi giocare con la maglia azzurra".
Anche D'Angelo fa professione di umiltà: "In questo momento per me non serve pensare all'esperienza del Chievo. Ho voglia di mettermi a disposizione del tecnico e spero che, insieme al gruppo, riusciremo a tirarci fuori da questa situazione. Se sono qui e' perche' ci credo, sono convinto che c'e' un buon gruppo che lavorando può arrivare alla salvezza".
D'Angelo parla dell'importanza di trovare subito "l'amalgama giusta" anche se sottolinea come vi sia subito la necessità di trovare a qualche risultato per ottenere "una grossa spinta".
"Siamo concentrati al massimo per portare il Napoli fuori da questa situazione per poi sperare in qualcosa di più importante. Dobbiamo far approdare questa barca in un porto sicuro".
Nella conferenza stampa D'Angelo non si è sottratto ad una domanda sulle questioni anagrafiche, lui che non è certo più un ragazzino: "Si puo' essere vecchi a 20 anni e giovani a 33 - ha risposto secco il difensore - Non ho mai guardato all'eta. L'unione e le motivazioni fanno fare cose buone. Io metto al servizio del Napoli la mia esperienza".