06 Giugno 2008 -- Nome German Gustavo. Cognome: Denis. Nome d’arte: el tanque. E ora che l’identità è svelata, si deve soltanto aspettare che l’Independiente concluda il torneo di Clausura e che Leo Rodriguez, l’ex calciatore dell’Atalanta che lavora con Fernando Hidalgo - il manager di Crespo - ed è uno dei due procuratori di quel corazziere travestito da canonniere, rientri dal Cile. Ma l’aereo è prenotato, la trattativa è avviata e ora che il velo di mistero è stato rimosso dal carrarmato, si può anche discutere alla luce del sole. Parleranno ancora, Marino, Rodriguez, Hidalgo e l’Independiente, parleranno di quegli otto milioni che ballano nell’area di rigore per quell’ariete che nel torneo di Apertura è arrivato a 17 gol, parleranno quando a Baires e dintorni il pallone si sarà fermato, parleranno della volontà di affiancare Denis a Lavezzi, per dar vita a un sogno sudamericano in salsa napoletana. Trattativa avviata: si proceda.
E’ Batistuta- German Gustavo Denis, visto da vicino da chi lo importò in Italia, è una «sorta di Batistuta in sedicesimi: fortissimo, da grande squadra italiana». Totò De Falco, bomber in gioventù, napoletano doc, ds della Triestina, scommise su Denis ventenne e lo trascinò a Cesena sei anni fa: «Ma si vedeva che aveva qualità da centravanti vero. Peccato non ci abbiano creduto. Io non ho mai smesso di seguirlo. Se Marino lo prende, con Lavezzi va a formare una delle coppie meglio assemblate». Vamos, amigo.
Blucerchiato - Il black & decker di destra, da sempre, ha nell’immaginario collettivo napoletano la sagoma di Christian Maggio, 26 anni e nove gol quest’anno che valgono 8 milioni di euro per la Samp, un padre putativo di nome Reja e un procuratore - Briaschi - che annuncia un’estate rovente: «Ci sono diverse situazioni in piedi, ma quella con il Napoli è la più calda. Ma prima della fine del mese non si arriverà a una soluzione ». Il Napoli ha Calaiò e Dalla Bona in organico e un assegno a portata di mano. Si tratta a oltranza, pardon sino al 30 giugno.
Supermarket- Il week end è sacro e procuratori, manager e calciatori intendono ¬intenderebbero - santificarlo: «L’appuntamento è per martedì». Pasquale & company, quel miniesercito livornese avvicinato al Napoli, aspettano: questione di giorni, dettagli da definire, contropartite da limare, però nell’aria c’è un ribaltone che metà basta. Pasquale è finito dalla settimana scorsa nell’obiettivo di Pierpaolo Marino, che poi, allargando gli orizzonti, s’è spinto sino a Diamanti e a Pulzetti: quattro milioni di euro più l’intera proprietà di Rullo è stata la base d’asta, ovviamente tendente al ribasso. Pulzetti c’è e non c’è in questo pacchetto labronico, ma Pasquale e Diamanti hanno la benedizione di Reja e assecondano - uno a sinistra, l’altro come controfigura di Lavezzi - le esigenze dell’organico.
Partenze- Calaiò aspetta un cenno, avendo già preparato le valigie: Siena gli piace mica poco, perché è a dimensione d’uomo e gli offre la possibilità di giocare; la Samp gli va di lusso, nonostante spazi più ristretti. Intanto, a Mondello, non giungono notizie, ma segnali di fumo: nuvoletta grigia, che tende per l’‘80% al bianco(nero).
Ritiro - St. Ruprecht è già stata archiviata, i campi di Gleinsdorf già disdetti e la macchina organizzativa s’è rimessa in moto, allertando la Stiria e i dintorni. Loipersdorf, che già era nel pacchetto iniziale, torna ad essere di strisciante attualità, avendo strutture alberghiere di prim’ordine. Poi c’è Jennersdorf, ma dipende dai campi e dalla ricettività, dipende dalle variabili impazzite come palloni carichi d’effetto che a volte si prendono la scena. Ma il 3 si parte: comunque vada, ovunque si vada.
A. Giordano
C.d.S.