|
15 Maggio 2008 -- L’inganno c’era ma l’avevano mascherato ad arte. « Tomàs ha ottenuto il doppio passaporto, il «negocio» con il Na¬poli si può fare », ripetevano a George Cyterzpiller che per conto di Marino stava portando avanti il discorso per Tomàs Costa del Rosario Central, convincendo finanche il giocatore ad accettare il trasferimento nella squadra che fu di Maradona e che oggi è di Lavezzi, Navarro e Sosa. A quel punto, anche il dg del Napoli aveva dato un impulso alla trattativa per quel ventitreenne di grandi prospettive, capace di agire sia a destra che a sinistra, abile nel difendere quanto nel proporsi. « Se è in possesso del doppio passaporto, chiudiamo pure, prima che lo faccia il Porto », più o meno queste le parole del braccio destro di De Laurentiis, apprezzato ieri per il suo intervento al Posillipo durante la consegna del trofeo del Corriere dello Sport assegnato al migliore calciatore dilettante campano, Daniele Crisai. Marino incalzava. Fidandosi di quanto gli veniva riferito dall’entourage di Tomàs Costa. Ma si era riservato di verificare se in realtà rispondeva a verità la notizia del doppio passaporto accordato al giocatore.
Era in attesa, per quello non aveva potuto smentire, nè confermare l’avvenuto primo acquisto per il prossimo campionato. Quando martedì ha scoperto che gli era stato detto una bugia, a malincuore ha dovuto lasciar perdere quella trattativa, ormai già definita nei dettagli. Marino ha fatto sapere al presidente del Rosario, Horacio Usandizaga, ed al procuratore del giocatore, Juan Carlos Silvetti, che non poteva acquistare Costa per problemi burocratici. Non si è sorpreso più di tanto, quindi, ieri mattina, nell’apprendere che il Porto era tornato alla carica e stava sul punto di far firmare a Costa un contratto quinquennale da cinquecentomila euro in su. Attualmente il Napoli si trova nella condizione di non poter tesserare un altro extracomunitario. Ne ha già tre in quota: Maldonado, Pià e Navarro, quest’ultimo potuto acquistare a gennaio perchè arrivando dalla B se n’era portati dietro solo due ed aveva dunque la possibilità di tesserarne un altro proveniente da federazione straniera, non comunitaria.
Per prendere Costa aveva due possibilità: a) investire cinque milioni di euro e lasciarlo giocare nel Rosario Central o da un’altra parte; b) avere la certezza di cedere all’estero uno tra Maldonado e Pià, liberando così un posto per un extracomunitario. Marino ha scartato entrambe le ipotesi, mollando la preda e lasciando campo libero al Porto che può tesserare gli stranieri che vuole e può permettersi certi ingaggi perchè partecipa alla Champions League. Tra l’altro sul suo taccuino ci sono altri nomi di giocatori comunitari e non era il caso di impegnare cinque milioni di euro senza avere la possibilità di contare sul giocatore per il prossimo campionato.
La bugia - In realtà, Tomàs Costa aveva avviato la pratica per il doppio passaporto ma non ancora ottenuto l’ok dagli organismi preposti. Detta una bugia per strappare qualche centinaia di euro in più al Napoli rispetto alla precedente offerta del Porto. Anche il procuratore del centrocampista ha favorito l’equivoco per intascare una parcella più cospicua. Ma quando Marino ha scoperto che quella pratica era stata appena inoltrata ed intorno al giocatore non tirava buona aria, ha subito voltato le spalle e chiamato i suoi amici in Europa. Un comunitario si può; un extra, invece, no. Per il momento.
Rino Cesarano
Fonte:C.d.S.