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Hamsik, nessuno come lui
E’ lo slovacco del Napoli il re dei centrocampisti con il vizio del gol

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15 Aprile 2008 -- Ventun’anni e sentirli (!) tutti addosso, trascinandoli in giro per il campo sotto quel ciuffo ribelle che sa di scugnizzo. Cinque milioni e mezzo d’euro e non avvertirne il peso, anzi lasciandoli fruttare e lievitare e crescere e moltiplicare. Otto reti e un grappolo di esclamazioni per autenticare magie degne d’un fenomeno da analizzare compiutamente, capace di governare il pallone con il destro e con il sinistro (gol alla Sampdoria), di trovare la battuta dalla distanza (alla Roma), d’infilarsi di testa al 92’ (con il Palermo), d’inventarsi un tap in modello vecchio bucaniere (all’Ata¬lanta). Il Napoli che va - con alla cloche dell’ottovolante Marek Hamsik - è un laboratorio calcistico in cui testare i talenti, strapparli alla concorrenza di Chelsea ed Inter, allevarli, migliorarli e poi rilanciarli all’interno d’un progetto quinquennale: «Sono felicissimo di stare qui, questo è il mio grande club » .

L’Hamsik buone maniere d’ogni dopo-partita è un ragazzo tutto campo e casa che ha scelto di diventare il principe azzurro d’un Napoli che fa sul serio; l’Hamsik multiuso della sua prima stagione in serie A è invece addirittura un irriverente gianburrasca che ha deciso di bruciare le tappe e di lasciarsi il meglio del calcio italiano alle spalle. L’Hamsik partenopeo è un centrocampista moderno, versatile «capace di spostare da solo gli equilibri d’una partita » ( così parlò Reja, l’altro giorno) ma soprattutto talmente sorprendente da rivoltare le gerarchie del football nostrano come un calzino, lasciando nel sottoscala della classifica cannonieri gli omologhi di metà campo che vanno per la maggiore, che hanno più confidenza con il gol, che hanno un passato e stanno scoprendo di avere sempre meno futuro, con un irriguardoso del genere a far concorrenza.

Gli otto gol di Hamisk hanno un peso specifico mica da poco nella stagione del Napoli per curiosità, chiedere alla Lazio, al Torino, al Palermo - e ne hanno uno ancora maggiore all’interno d’una graduatoria che fa spalancare gli occhi e induce alla riflessione. Gli otto gol di Hamsik rappresentano il primato della categoria dei mediani, dei centrocampisti, degli uomini che occupano la metà campo (che si giochi a tre, a quattro o a cinque) e costringono al ruolo di paggetto i Cambiasso (6 reti), i Perrotta (5 reti), gli Ambrosini ed i Seedorf (4 reti a testa) e persino i De Rossi (4 reti pure per lui). Marek Hamsik e i suoi otto gol rappresentano il volano d’un Napoli che vuole riprendersi la scena e occuparla a lungo e testimoniano soprattutto le qualità tecnico-tattiche d’un giovanotto senza freni e senza paura, calatosi nella complessa realtà partenopea con la sicurezza d’un leader nato al quale non difetta certo un pizzico di beata incoscienza.

L’Hamsik che ha schiodato l’Atalanta dalla sua trequarti è semplicemente una delle varie espressioni d’un centrocampista che sa difendere e attaccare, palleggiare nello stretto e aggredire lo spazio, sostenere il pressing e soprattutto favorire il forcing: «Il mio modello è Nedved, il mio futuro è a Napoli» . Otto gol per cominciare, surclassando Cambiasso e De Rossi, Perrotta e Ambrosini; e poi: contratto fino al 2013, maglia numero 17: alla faccia della scaramanzia....
L’Hamsik attuale è uno dei pilastri del Napoli del futuro, intanto proteso a scandagliare il mercato, a lanciare occhiate a Cavenaghi e Wendel del Bordeaux o a Petric del Borussia Dortmund. Le favole non finiscono mai.
Antonio Giordano
Fonte:C.d.S.