11 Aprile 2008 -- In bilico tra presente e futuro, Pierpaolo Marino, direttore generale del Napoli, cerca di fornire alla squadra gli stimoli giusti per chiudere senza sussulti questo campionato e prepara i piani per la prossima stagione.
Da dove partiamo, dal presente o dal futuro? «Per me esiste solo il presente. La salvezza non è ancora certa». Però la squadra ha già festeggiato... «Ciò che mi amareggia di quella serata è proprio la voglia di far festa. Nient’altro. Al lancio di palline di carta e cubetti di ghiaccio avrei partecipato anche io, quelle sono goliardate che possono anche starci. Ma non era il momento di fare una festa, di giovedì, per giunta...».
Sono scattate sanzioni? «No, nessuna multa. Secondo me non ce n’erano i motivi». Però subito dopo è arrivata la batosta di Catania... «Quella sconfitta è figlia dell’immaturità del gruppo. Difficile da catalogare in maniera diversa». Un gruppo immaturo messo insieme da Marino... «Io sono fiero di aver creato questo gruppo di giovani che mi sta portando verso la salvezza e mi consente di progettare il futuro, preferisco loro a un manipolo di senatori che sarebbe costato il doppio e, probabilmente, in questo momento sarebbe stato ancora in piena lotta per non retrocedere».
D’accordo, ma come si fa a superare il problema dell’immaturità? «Puntando sulla professionalità dei calciatori e ricordando a tutti che la salvezza va ancora conquistata». E poi ci sono i problemi contingenti: il caso Iezzo, il caso Calaiò... «No, no. Bisogna fare definitiva chiarezza. Non esiste nessun caso e chi dice il contrario mente, o sbaglia». Però Iezzo è rimasto fuori anche a Catania. «Quelle sono scelte del tecnico. Io ho il dovere di dire che Gennaro Iezzo è la prima scelta tra i portieri del Napoli, e lo sarà anche l’anno prossimo. Questo messaggio deve passare con forza. Iezzo resterà l’anno prossimo, e con lui Gianello e il giovane Navarro che deve farsi le ossa. Sono loro i tre portieri del Napoli della prossima stagione».
E con Calaiò come stanno le cose? «Calaiò sa bene come stanno le cose, così come lo sapeva a inizio stagione. Nel Napoli ci saranno quattro attaccanti, lui sarà uno dei quattro, dovrà giocarsi con gli altri la maglia da titolare. Gli farò questo discorso. Se accetterà, per me sarà un piacere, anche perché gli devo fare i complimenti». Complimenti a Calaiò? «A lui e a Sosa. Quando Zalayeta s’è fatto male, sono andati in campo senza far sentire nessuna differenza. Un esempio di professionalità e bravura». Il Napoli avrà quattro attaccanti, bisogna ingaggiarne altri due... «Sosa ha annunciato l’addio. Di Zalayeta dobbiamo ancora parlare con la Juve. Anche se rimanesse, non sarebbe disponibile a inizio stagione. Sì, forse ne serviranno due».
E le altre mosse di mercato? «Dalla fine del campionato alla fine del mercato passeranno cento giorni. Il Napoli deve fare pochi innesti, quattro al massimo, c’è tutto il tempo. Dobbiamo essere attenti perché il nostro obiettivo per il prossimo anno è la qualificazione in Uefa». E la panchina? «Sul rapporto fra Reja e il club s’è detto tutto e il contrario di tutto, ma noi non corriamo dietro alle voci...».
P. Barbuto
Fonte: Il Mattino