01 Aprile 2008 -- Hamsik, gli investimenti, la passione, il rapporto con l’allenatore e l’incertezza sulla sua conferma. Quello che si concede ai microfoni de «La politica nel pallone», appuntamento d’inizio settimana di GR Parlamento, è un De Laurentiis che vola alto sul futuro. Quello del Napoli, certo, ma pure quello d’un calcio «troppo vecchio» rispetto alle prospettive europee che potrebbe darsi e soprattutto al mercato del web e delle televisioni, terre di conquista di nuove risorse. Il successo all’ultimo secondo sul Palermo e la classifica serena degli azzurri il punto di partenza. Ora che sa di aver mantenuto le promesse, di aver messo al sicuro la prossima stagione in serie A, il presidente guarda avanti.
Cominciando dall’allenatore. «Reja ha voluto sempre firmare contratti per un anno. Ma di questo s’occupa Marino, io non posso fare tutto. Siamo comunque tra gentiluomini. Reja - dice De Laurentiis - lo conosco da quattro anni, ormai lo considero una persona di famiglia, lo stimo, gli voglio bene e non sarò io a cancellare il suo nome dall’organico del club». Poi, però, parte il messaggio. «Certe cose, però, le deve decidere anche lo stesso Reja. Se se la sente di andare avanti accetta, altrimenti saluta e se ne va. In questo caso resteremmo comunque amici», spiega il presidente replicando a Reja che sabato scorso ufficialmente e per la pima volta dichiarò di sentirsi «libero». «Di futuro - disse - parleremo più avanti. Ma il mio futuro lo decido io». Insomma, l’impressione è che Reja e il Napoli si stiano dando l’addio. Non più i messaggi d’una volta: «Non servono firme, basta la parola. Una stretta di mano e si va avanti». No, stavolta il botta e risposta pur avendo ovviamente i toni del reciproco rispetto, lascia poco spazio all’ipotesi d’una quinta stagione di Reja sulla panchina azzurra. Voglia di cambiare? Ruggini antiche, messe da parte in nome della ragion di squadra ma mai dimenticate? Nuovi nomi per nuovi progetti? Un po’ di tutto probabilmente nelle ragioni che stanno allontanando il Napoli dall’allenatore. E viceversa, si capisce. Comunque sia, il messaggio di De Laurentiis sa anche d’ ultimatum: Reja decida e ci faccia sapere in tempi brevi. Più o meno questo il significato. E a differenza del passato, nessun invito a dire un’altra volta sì.
Ben diverso il tono riservato ad Hamsik, azzurro giovane e rampante. Per De Laurentiis lo slovacco è come Verdone. «Non ho bisogno - afferma il presidente - di far fatturato vendendo i giocatori. Però sono geloso. Quando prendo un attore o un regista sono morbosamente geloso e pretendo le esclusive. Come con Carlo Verdone che è in esclusiva con me per i prossimi dieci anni. Questo perchè insieme si costruiscono delle ipotesi di lavoro che non sono realizzabili immediatamente». Hamsik, quindi, non si tocca. «Per carità. Sarebbe come tagliare da una pianta che cresce uno dei suoi rami più preziosi». E vuole cresce, il Napoli, mentre De Laurentiis continua a sognare un altro calcio. «Se dal 2011 ci sarà un campionato europeo con 120 squadre divise in 6 gironi da 20 squadre ognuno e un miliardo di spettatori, beh, allora ci divertiremo». Così com’è, invece, il calcio «non offre condizioni per monumentali investimenti: è caotico, irrazionale». Già, ma aspettando il futuro il Napoli dove si collocherà? «Andremo avanti a piccoli passi. Anche se già quest’anno avremmo potuto avere 15 punti in più», racconta il presidente sognando già oggi un Napoli da 55 punti. Ovvero già da quarto posto. Ovvero già da Champions League.
F. Marolda
Fonte: Il Mattino