06 Marzo 2008 -- La febbre da cavallo trasformata in febbre da derby: sessantamila cuori all’ombra del San Paolo, pure domenica sarà la festa. Il sogno d’un remake un fotogramma che scivola via, sull’onda lunga d’una felicità ritrovata: c’è il pupone all’orizzonte, sarà un’altra notte magica? Napoli-Roma alle porte e stavolta non c’influenza che possa tenere Aurelio De Laurentiis inchiodato al letto come domenica sera: c’è un campionato che puvirare, c’è un futuro da opzionare, c’è un bis da provare. C’è Napoli-Roma, vietato vietarsi emozioni forti.
Dall’Inter alla Roma: De Laurentiis, cosa cambia?- "In teoria, niente. In pratica, tanto: perché ora abbiamo maggior consapevolezza dei nostri mezzi, la vittoria ci ha trasmesso ulteriore fiducia, dal momento di appannamento siamo venuti fuori e quindi tutto può succedere".
Dunque, non firmerebbe per un pari?- "Non ci penso neppure lontanamente. Non appartiene al mio modo di essere, ne al modo di essere della squadra. Noi ce la giochiamo sempre, senza ipotecare pareggi. Posso sbilanciarmi dicendo: vinca il migliore. E che il migliore sia il Napoli".
Ha rivisto la partita?- "Ce l’ho stampata qui, davanti agli occhi. Rivedo ancora gli scatti strepitosi di Lavezzi, ma anche le accelerazioni impressionanti di Savini, che marcava Figo e partiva. Mi sono entusiasmato".
Al punto che...?- "Ho ripensato alle frasi di Pierpaolo Marino: Aurelio, vedrai quando questi ragazzi matureranno. E ora sono proprio curioso di vedere dove possiamo arrivare. Adesso procediamo a vista, ma a giugno interverremo per rendere sempre più competitivo questo Napoli. Non mi si chiedano botti di mercato, noi preferiamo investire: cosi che si cresce, si diventa grandi".
Napoli-Roma il suo derby?- "Ma quale derby? Io, e lo dico senza offesa sia chiaro, non mi sento romano. E’ una partita contro un grande club, contro una grande squadra: all’andata abbiamo dato spettacolo, speriamo pure al ritorno".
Il 4-4 dell’andata le piacerebbe?- "Non firmooooo! La giochiamo. Poi vediamo come finisce. La Roma sarà un po’ stanca dopo la sfida con il Real Madrid; noi siamo ricaricati dal successo sull’Inter..".
Scelga un testimonial del suo Napoli.- "Potrei dire Sosa, che il fratello maggiore di chiunque. O persino un buon padre di famiglia. Ma posso anche dire Blasi, che diventato il nostro Gattuso, per la grinta e per l’autorevolezza con la quale trascina i compagni".
State già pensando di riscattarlo?- "Certo che sì: tanto lui, quanto Zalayeta. Ma non dipende solo da noi. Qualcuno dice che la Juventus ha già detto che queste comproprietà meritano trattative complesse. Peggio per loro, perchè di calciatori in giro per il mondo ce ne sono. E poi bisognerà sempre chiedere ai calciatori se preferiranno essere due tra i tanti oppure due idoli di Napoli, coccolati ed amati".
C’è un calciatore da prendere ad esempio? - "Io stravedo per Del Piero, come uomo e come calciatore, come leader e come simbolo. E’ il modello da esportare in qualsiasi altro club".
E’ stata la settimana della Cassanata: mai pensato a lui?- "Mai. Per me conta quello che decide Marino, il quale dà valenza principalmente agli aspetti caratteriali e morali".
Il Napoli l’ha riconquistata, dunque?- "Non mi ha mai perso. Ha conosciuto un periodo di scadimento della forma, ma ha sempre avuto una sua identità. E se intendete tornare sul confronto vivace con Reja, ribadisco che tra me e lui il rapporto è straordinario. Ci sta in una famiglia di avere idee divergenti. Ma il suo Napoli, il mio Napoli, mi ha sempre divertito. E con l’Inter di più".
A. Giordano
Fonte: C.d.S.