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Zalayeta, il re di Napoli
L’uruguaiano pensava al riscatto fin dall’espulsione con l’Empoli.

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04 Marzo 2008 -- Covava in silenzio la sua grande rivincita. Zalayeta l’aveva confidato ai compagni di squadra più stretti: Lavezzi, Gargano, Bogliacino, sudamericani come lui. « Vedranno se tengo poco al Napoli », ripeteva nei giorni scorsi dopo essersi sentito attribuire l’etichetta di « irresponsabile » , all’indomani dell’espulsione con l’Empoli, ed anche di «ribelle», dopo aver chiesto di non partire con gli altri per il ritiro in Toscana in quanto squalificato. Più che della forte multa ricevuta dalla società per lo scontro con Piccolo dell’Empoli costatogli peraltro due giornate di squalifica, il Panterone era irretito dalle voci sparse in città sul conto.

« Se ne accorgeranno », confessava agli amici di Torino che ancora frequenta di lunedì. Ed alla prima occasione, ecco la risposta. Serviti i denigratori. Un gol che resterà a lungo nella storia del Napoli e del calcio italiano. La rete che ha piegato l’Inter dopo un anno circa di imbattibilità. E che gol. A qualcuno ha ricordato persino una delle magie di Maradona: quei pallonetti di prima intenzione a scavalcare i portieri di Lazio, Verona, Milan. Ed il rigore fallito? Vogliamo parlarne. A Zalayeta ha procurato non poca rabbia lì per lì, poi è passato in secondo ordine perchè comunque quella sua prodezza era risultata ancora preziosa per la classifica del Napoli.

Gol pesanti - L’ex iuventino ha trovato nella piena maturità la piazza ideale per potersi esprimersi. Ed anche l’allenatore giusto, colui che dopo la proposta di Marino corse ad informarsi presso l’amico Capello. « Che dici, è l’attaccante che fa per me? Sto cercando da tempo una punta forte fisicamente; che sappia coprire la palla; far salire la squadra e all’occorrenza segnarmi anche qualche gol. La Juve ce l’ha offerto », chiedeva Edy a Fabio. « Prendilo. E’ il tipo che fa per te », sottolineò l’attuale ct dell’Inghilterra. E Marino si prodigò per portare Zalayeta a Napoli impegnando solo due milioni e mezzo di euro per la comproprietà. Il resto lo fece Daniel Fonseca, connazionale del Panterone, inizialmente scettico al trasferimento (voleva tornare in Spagna dove era già stato, al Siviglia):« Vai, troverai un pubblico straordinario » . Zalayeta ha cominciato a far gol a Udine, poi con la Samp, quindi alla Roma, successivamente al Catania, al Parma. Sette gol nel girone d’andata, gol pesanti, rigori procurati, assist. Fino a battere il record personale delle segnature in Italia fermo a sei reti.

L’obiettivo - Zalayeta vorrebbe ora arrivare in doppia cifra, come ai tempi del Danubio (12) e del Penarol (13). In fondo, Napoli era nel suo destino: fu Lippi a farlo esordire con la maglia della Juve il 14 marzo 1998 proprio nello stadio che domenica sera lo ha eletto a proprio beniamino perdonandogli persino quel rigore fallito. Ora che il Panterone ha smentito i suoi denigratori si appresta a catapultarsi anche sulla Roma come già fece all’Olimpico.
Rino Cesarano
Fonte: C.d.S.