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Napoli, sfrutta l’effetto Blasi
Con lui in campo gli azzurri viaggiano a 1,57 punti a partita Da quando si è bloccato, per Reja soltanto un pari in tre gare

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22 Novembre 2007 -- Un mese fa, c’era un altro Napoli: 3-1 alla Juventus per chiudere un ciclo terribile, per prendersi una notte di gloria, per disegnarsi scenari insospettabili, per squarciarsi orizzonti inesplorabili. Un mese fa, c’era un altro Napoli a giocarsela con chiunque, a fare a spallate con la Roma di Spalletti e con quella Madame che Ranieri aveva insediato alle spalle dell’Inter: un mese fa, quando c’era Blasi, era un altro il Napoli e certo quella non poteva esser definita un’impressione, perché il campo non mentiva. Un mese senza Blasi, un punto solo in tre partite, passando dalla sfortuna più viola di Firenze, alle difficoltà insospettabili con la Reggina, al ko immeritato di Palermo: la miseria di un punto in 270 minuti, tanto per ribadire attraverso una media raggelante ( 0,6 a gara) che senza Manuele Blasi diventa veramente un altro Napoli, assai distante dalla squadra sbarazzina, dalla formazione garibaldina che con quei muscoli lì a centrocampo era riuscita ad ottenere un consolante 1.57.

Il Blasi perduto diveniva però ieri praticamente un Blasi ritrovato, come certificato dall’allenamento del mercoledì, come dimostrato attraverso i tackle e soprattutto il buon umore, come esemplificato nei movimenti asciutti, naturali, vivaci, vivi: Blasi a destra dei tre del centrocampo, con Gatti a fare il Gargano della situazione, con Bogliacino a fare se stesso oppure l’Hamsik. I dubbi della metà campo, nella simulazione ordinata da Reja, parevano fugati almeno per un terzo, perché quel Blasi là, ma proprio quello, quella massa uniforme in perenne movimento, difficilmente poteva rimaner fuori dal Napoli da mandare in sfida al Catania: lui no; magari Gargano perché di ritorno al venerdì pomeriggio e stavolta avendo nelle gambe un minutaggio di Coppa America; e magari pure Hamsik, per il quale già in passato era balenata l’ipotesi d’una sosta.

Ma Manuele Blasi, 27 anni, professione interditore, e comunque leader silenzioso e sicuramente anche anima “difensiva” della metà campo azzurra, rimaneva assolutamente inattaccabile nella sua zona di campo: lui sì; per ritrovare il Napoli improvvisamente eclissatosi al novantesimo della sfida con la Vecchia Signora, guarda caso rovinata nel finale dalla distorsione al mediano; per restituire cemento armato a quel settore divenuto l’asse portante d’una squadra; per riprendersi l’altra squadra, quella che stupiva, segnava, divertiva. Tutta colpa di Blasi, della sua verve, della sua determinazione, della volontà ferrea di non indietreggiare mai, di non nascondere la gamba. Un mese dopo, sarà un altro Napoli?
A. Giordano
Fonte:CdS