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"Calaiò incedibile, resterà a Napoli"
Il dg Pierpaolo Marino intervine sui malumori dell´attaccante azzurro

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17 Novembre 2007 -- Siena, Livorno, Genoa e Torino mettano il cuore in pace. Calaiò non è in vendita. Attraverso il manager Pierpaolo Marino, il Napoli interviene sui malumori dell´attaccante azzurro e sul difficile rapporto tra il giocatore e il tecnico Reja. Marino non ha dubbi: «Calaiò è incedibile. Mi fa piacere che sia apprezzato da altri club, ma questo non cambia la sostanza delle cose: il giocatore resta con noi, a meno che non chieda espressamente di andare via. E questo non lo ha mai fatto».

Concetto chiaro, ma il dg lo rafforza: «La sua situazione mi ricorda un po´ quella di Carnevale, che si lamentava perché faceva panchina nel Napoli ed era titolare nella Nazionale Olimpica. Alla fine è rimasto». Calaiò ha la fiducia massima della società, almeno sino a prova contraria e almeno così dice Marino: «Il tempo è galantuomo e darà a Calaiò la possibilità di mostrare il suo indiscutibile valore. Abbiamo piena fiducia in lui e crediamo nelle sue qualità. Questo tuttavia non vuol dire che abbia il diritto di giocare - sottolinea - ma solo che ha il diritto di dimostrare il suo valore nelle opportunità che gli verranno offerte. Dovrà farlo con tranquillità e senza slanci: non deve avere la premura di avere tutto e subito ma di ottenere le soddisfazioni col tempo».

Calaiò dunque non si tocca, non c´è dubbio però che Dalla Bona, Gatti, Capparella e Maldonado potrebbero andare via a gennaio perché non utilizzati. «Reja ha fatto bene a non cambiare una formazione che nel ciclo di ferro ha offerto prestazioni ottime. Abbiamo una rosa ampia, ma chi vuole andare via ce lo deve dire, altrimenti il Napoli non cede nessuno». La pretattica di Marino è legittima ancorché scontata: del resto la squadra sta andando oltre le previsioni al primo anno di serie A («Stiamo giocando bene e avrei firmato a inizio stagione per avere i 15 punti attuali») e non pare aver bisogno di grandi cambiamenti: «Il mercato di gennaio serve solo per rifinire una squadra, non si può correggere quanto fatto a luglio».

La politica del Napoli attuale è chiara: da mesi il dg cerca talenti da valorizzare come ha fatto con Lavezzi e Hamsik. Negli ultimi giorni Marino ha chiesto informazioni su alcuni sudamericani ed anche su tre talenti bulgari dell´Under 21: Popov, Domovchiyski e Balankov, ma solo per giugno. L´attualità si chiama Catania, se non calcio e violenza. Anche su questo tema il dirigente, che ha partecipato con De Laurentiis al vertice di giovedì tra presidenti con Lega e Federcalcio, ha le idee chiare. «Bisogna assolutamente rivedere l´anacronistica norma della responsabilità oggettiva. Se il Viminale ci dice che c´è un movimento esterno al calcio che sta tentando di creare disordini, non capisco come le società possano essere direttamente responsabili. Lo sono solo per i comportamenti che abbiano diretta attinenza con lo svolgimento della partita, come le violente contestazioni ai giocatori o agli ufficiali di gara, non possono invece rispondere di veri e propri attentati al calcio».

Il rischio, secondo Marino, è molteplice: «Le vittime sono le società aggredite ma soprattutto i veri tifosi e gli abbonati. Tutto ciò è un assurdo: in questo modo si allontanano dal calcio gli investitori ed il pubblico». In questo discorso c´entrano anche i tifosi del Napoli, chiamati ad un atto di responsabilità. «Al 99% dei nostri tifosi dico grazie, sappiamo che anche a Napoli ci sono dei problemi. Questa però è una città che sa reagire nei momenti di difficoltà: sono convinto che possa diventare un esempio per tutti. Per ricordare Sandri - conclude - mi sono permesso di proporre ad Abete l´interruzione delle partite per un minuto, con la possibilità per i tifosi di partecipare sventolando un fazzoletto bianco».
D. Sarnataro
Fonte: La Repubblica.it