03 Ottobre 2007 -- Hamsik e Bogliacino ai lati di Gargano. E’ questo l’orientamento di Reja per sopperire all’assenza di Blasi, squalificato dopo l’ammonizione rimediata contro il Genoa. Chiare le intenzioni del tecnico in vista dell’anticipo con l’Inter di sabato sera: presentare un centrocampo squisitamente tecnico, nonchè agile, per contrastare la fisicità e l’esperienza di un avversario che in cabina di regia può contare su gente del calibro di Dacourt e Zanetti, di Stankovic e Figo, di Jimenez e Cambiasso.
Ma Reja non si fascia la testa in anticipo per il forfait di Blasi che pure è un giocatore indispensabile per la sua grinta ed il suo carattere. Prova ad industriarsi, rilancia Mariano Bogliacino dal primo minuto e chiede a Marek Hamsik di spostare il suo raggio di azione sulla destra. Non è la prima volta che il centrocampo del Napoli parla tutto straniero e si schiera allo stesso modo. I tre si cimentarono contro il Livorno dimostrando di poter interagire tra di loro con buoni risultati anche se i meccanismi non risultarono proprio perfetti: a volte, l’uruguagio e lo slovacco si fiondavano contemporaneamente negli spazi lasciando da solo Gargano a contrastare le ripartenze dell’avversario. Con l’Inter, invece, questo non dovrebbe accadere. Bogliacino ed Hamsik riceveranno consegne precise da Reja: dovranno restare in agguato nella zona centrale del campo e sganciarsi a turno per dare man forte ai due attaccanti.
Guai a lasciare sguarnita la cabina di regia e guai a concedere spazio ad un avversario che sul piano tecnico e dell’esperienza è di gran lunga avvantaggiato. Saranno i nerazzurri a dover fare la partita. Ed allora non c’è bisogno di avventurarsi in zona attacco senza un criterio preciso. Quello che i partenopei perdono in muscoli e centimetri, dovranno guadagnarlo in astuzia e rapidità. E sia Bogliacino che Hamsik (ma anche Gargano) sono abbastanza scaltri da capire quando è il momento di proporsi in appoggio a Lavezzi e Zalayeta e quando, invece, rimanere uniti, aiutarsi a vicenda e disturbare sul nascere le iniziative dell’avversario.
La gara di Udine deve rappresentare il riferimento principe. Anche in quella occasione, il Napoli era reduce da una sconfitta interna e temeva oltremodo la pericolosità di attaccanti del calibro di Quagliarella, Floro Flores ed Asamoha. Seppe serrare le fila e sfruttare gli spazi per controfughe micidiali. A Milano, dove manca da sei anni, il Napoli confida anche nella superiorità numerica che si verrà a creare nella zona nevralgica. Reja schiera i soliti cinque, con Grava e Savini sugli esterni, mentre Mancini è fedele al quattro-quattro-due, per cui l’uomo in più potrebbe rivelarsi determinante. Per Bogliacino, terza gara consecutiva da titolare ma sempre presente seppure a spezzoni, scocca l’ora della verità. Prima di approdare in A sognava un giorno di poter mettere piede al Meazza da protagonista. Quel giorno è arrivato. Ora tocca a lui convincere Reja che se manca Blasi non è un problema.
R. Cesarano
Fonte: Corriere dello Sport