Pronto il maxiprocesso del calcio Trentasette rinvii a giudizio, Moggi imputato con altri per associazione a delinquere
11 Luglio 2007 -- Il calcio truccato da una «cupola» capace di condizionare i risultati delle partite del campionato di serie A, di favorire gli interessi milionari delle società sportive e persino di assegnare lo scudetto. È il giorno della verità per l’inchiesta napoletana su Calciopoli: la Procura ha depositato 37 richieste di rinvio a giudizio con le quali i pubblici ministeri Filippo Beatrice e Giuseppe Narducci chiedono il processo per altrettanti indagati che, da oggi, assumono formalmente la qualifica di imputati.
Le accuse vanno dall’associazione per delinquere alla frode in competizioni sportive. Trentasette imputati, ecco i loro nomi: Marcello Ambrosino, Duccio Baglioni, Paolo Bergamo, Paolo Bertini, Franco Carraro, Stefano Cassarà, Enrico Ceniccola, Antonio Dattilo, Massimo De Santis, Andrea Della Valle, Diego Della Valle, Paolo Dondarini, Mariano Fabiani, Maria Grazia Fazi, Giuseppe Foschetti, Pasquale Foti, Marco Gabriele, Silvio Gemignani, Francesco Ghirelli, Antonio Giraudo, Alessandro Griselli, Tullio Lanese, Claudio Lotito, Gennaro Mazzei, Innocenzo Mazzini, Leonardo Meani, Sandro Mencucci, Domenico Messina, Luciano Moggi, Pierluigi Pairetto, Tiziano Pieri, Claudio Puglisi, Salvatore Racalbuto, Gianluca Rocchi, Pasquale Rodomonti, Ignazio Scardina, Stefano Titomanlio.
Gli indagati erano in tutto 48: per alcuni di loro - come per il presidente della Sampdoria Riccardo Garrone (difeso dal professor Alfonso Stile) la Procura ha chiesto l’archiviazione per insufficienza di prove ; per altri - è il caso dell’arbitro Gianluca Paparesta, è stato invece disposto lo stralcio (la sua posizione passa cioè ad altra indagine). I pm napoletani non hanno dubbi: al vertice di questa «cupola» che sarebbe stata capace di aggiustare il sistema delle designazioni attraverso la composizione pilotata delle quaterne arbitrali ci sarebbero stati l’ex direttore generale della Juventus Luciano Moggi, l’ex amministratore delegato bianconero Antonio Giraudo, l’ex vicepresidente della Figc Innocenzo Mazzini, gli ex designatori arbitrali Paolo Bergamo e Pierluigi Pairetto e l’ex arbitro Massimo De Santis.
Come fonti di prova vengono indicati i documenti sequestrati dai carabinieri del Nucleo operativo di Roma, le riprese filmate di incontri riservati tra persone, oltre a un ingente numero di intercettazioni telefoniche sulle utenze di indagati, disposte dalle Procure di Napoli e di Torino (successivamente trasmesse ai magistrati partenopei). Nel durissimo atto d’accusa firmato dai pm Narducci e Beatrice si legge, tra l’altro, che tra gli obiettivi perseguiti dagli imputati ci sarebbe stato il «procacciamento di notizie segrete o riservate concernenti l’esistenza di indagini giudiziarie o condotte da organi della Figc» di «predeterminare i risultati delle partite di calcio del campionato di calcio di serie A per la stagione 2004-2005, operando non solo sul piano sportivo, ma determinando anche l’alterazione degli equilibri di natura economico-finanziaria relativi ad alcune società calcistiche, favorendo chi faceva parte di tale sodalizio e penalizzando quelli che non ne facevano parte».
A cura di Giuseppe Crimaldi
Fonte: ilMattino
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