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“Speriamo di stupire”
Marino, parlando del mercato, fa sapere che per Gargano manca solo la firma del giocatore e che presto arriverà un jolly di centrocampo

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06 Luglio 2007 -- “Mi auguro che Lavezzi faccia impazzire il San Paolo, lo abbiamo preso con questa idea, cioè che faccia esaltare i nostri tifosi con dei colpi fantasiosi, sudamericani. Speriamo che Lavezzi, una volta avuto il tempo necessario di ambientarsi al nostro calcio, oltre che al nostro stile di vita ed alla nostra città, al nostro clima, possa rispondere alle aspettative che sia il club che i tifosi ripongono in lui”. Sono state queste le prime dichiarazioni di Marino, rese oggi pomeriggio a ‘RadioGoal’ in merito all’acquisto dell’attaccante argentino da parte del Napoli.

“Grazie ad un po’ di fortuna – ha poi proseguito Marino - e forse anche grazie ad un po’ di bravura dei nostri giocatori, avendo anticipato di un anno la risalita in serie A, cerchiamo di sfruttare quest’anno per far crescere il progetto Napoli e dare l’opportunità a questi giovani fuoriclasse di fare un anno di transizione e poi, magari, su di una squadra che è fatta dell’intelaiatura dell’anno scorso, più questi giocatori giovani, innestare qualche altro colpo per l’anno prossimo in maniera da diventare sempre più competitivi, così come vuole il nostro presidente”.

“Per Gargano esiste un accordo tra i due club ed il giocatore – ha rivelato il ds del Napoli - siccome si trova concentrato nella Coppa America, non può essere ancora trattato secondo i regolamenti FIFA. Per cui, non può avere un crisma di ufficialità, l’acquisto di Gargano, ma è un acquisto ufficioso poiché c’è l’accordo tra i due club. Ora, siccome Gargano, anche a detta del suo procuratore, non credo che rifiuti Napoli, anzi ha voglia di venire a Napoli, per correttezza di informazione, devo dire che non c’è l’ufficialità di questo acquisto, ma c’è l’accordo tra i due club”.

“Non mi piace il vocabolo ‘sognare’. Noi dobbiamo fare un campionato di grande umiltà e di grande sacrificio, con la speranza di acclimatarci il prima possibile alla serie A. La nostra è una squadra fatta da elementi che, per quanto questi siano dei campioni prospetticamente parlando, sono elementi che hanno bisogno di fare i loro piccoli o grandi errori per maturare. Ora, non è che voglio tarpare le ali dell’entusiasmo però, i tifosi sanno che ho sempre detto la verità: questa è una squadra che può anche stupire, però non bisogna caricarla di responsabilità. Bisognerà vivere alla giornata quello che succederà nel campionato di serie A, che è un campionato, che come sta accadendo ultimamente, quando arriva il Napoli, diventa il più competitivo della storia: siamo arrivati in B ed era la B più competitiva della storia, siamo arrivati in A ed è la A più competitiva della storia e quindi siamo abituati a queste difficoltà. Però, secondo me, se restiamo coi piedi per terra e cerchiamo di viverla come una proiezione verso il futuro, allora questa sarà la mentalità giusta”.

“Noi dobbiamo vivere alla giornata, dobbiamo sognare solo durante i 90 minuti senza porci obiettivi particolari o traguardi esaltanti. Dobbiamo fare come nello scorso campionato quando abbiamo detto ‘dobbiamo arrivare nei play-off’ e poi abbiamo stracciato il campionato arrivando virtualmente primi, perchè voglio ricordare che la Juve non apparteneva a quel campionato lì. Allora diamoci dei programmi minimi, andiamo lì per imparare e per divertirci con grande umiltà e magari chissà che non arrivino anche cose che possano stupire, restiamo quindi coi piedi per terra, è questa la cosa più importante”.

“Una volta raggiunto l’accordo con Gargano, saremo a tre acquisti. Io avevo detto che avremmo fatto quattro acquisti prima del ritiro, per cui credo che avremo spazio per fare ancora un acquisto prima del ritiro e poi, dopo l’inizio del ritiro, avremo ancora un mese e mezzo di mercato, pensate, per fare altri acquisti. Non è che i tifosi si devono aspettare una novità al giorno, poiché di questo passo arriveremo ad una rosa di 60 giocatori. Sono dei nomi interessanti quelli che sono stati fatti, però noi dobbiamo vedere anche le idee di Reja sullo schema che intende applicare e vedere di dare il massimo nel ruolo che serve all’allenatore, poiché non è che mettendo giocatori tanto per aggiungerli poi si risolve il problema”.

“A me non piace fare noi, poi Semioli è un giocatore che io stimo, però ha ambizioni di fare Coppe Europee, come è giusto che sia, e poi non so se possa essere di facile inserimento nello schema che Reja vuole attuare per il prossimo anno. Quale sarà lo schema? Non lo so, io mi occupo di dare 22, 23 giocatori competitivi e poi è l’allenatore che fa lo schema in base alla caratteristiche dei giocatori che ha a disposizione. Ora, ripeto, Semioli è ad un punto della carriera in cui ha delle ambizioni di guadagno importantissime e vuole fare le Coppe Europee e per questo è già posizionato verso altri club. Noi siamo una squadra che con grande consapevolezza delle potenzialità del suo presidente e della sua grandissima piazza di tifosi, deve salire l’ascensore un piano alla volta, poiché era sprofondata nel sotterraneo e quindi con questa filosofia volgiamo salire un gradino alla volta e però miriamo nel tempo ad arrivare sul tetto, non vorremo precipitare di nuovo in dietro: un passo alla volta! Il verbo di quest’anno, quello giusto, è da un po’ che ci penso, credo che sia stupire, cerchiamo di stupire, speriamo di fare una sorpresa prima che agli altri a noi stessi, poiché noi stessi dobbiamo essere convinti di quello che andiamo a fare, per cui speriamo di stupire noi stessi, cioè cerchiamo di ritrovarci un po’ più forti di quello che pensiamo di essere. Non pensiamo prima di essere forti perchè poi saremmo delusi, cerchiamo di stupire gli altri e noi stessi.”

“Le piste che stiamo seguendo sono tante, siamo posizionati su 4, 5 elementi che potrebbero andare a potenziare la rosa delle disponibilità per Reja e potrebbe venire sia dall’Italia che dall’estero. Bianchi non è venuto – ha poi svelato Marino - perchè in realtà non abbiamo avuto mai l’opportunità di sederci in maniera conclusila con lui, avevamo avuto facilità con la Reggina, ma non con lui e devo dire giustamente, perchè il giocatore deve avere l’opportunità di riflettere e non è che deve decidere in cinque minuti. Lui non ci ha mai detto di no, però neanche ci ha mai fatto capire che gli incontri con il suo procuratore erano conclusivi e questo temporeggiare ha messo, da una parte il giocatore in condizione di poter più a lungo guardare il panorama delle squadre a sua disposizione, ma dall’altra parte ha messo anche noi in condizione di poter guardare che tipo di giocatori c’erano in alternativa e siamo contentissimi di aver preso un giocatore che se anche non riveste lo stesso ruolo come caratteristiche, però unito a Calaiò a Bucchi o a Sosa può fare una coppia interessantissima. Questo vuol dire che De Zerbi e Pià andranno via? Mah, devo dire prima di tutto che De Zerbi e Pià sono richiestissimi, poi in particolare per quanto riguarda Pià, se questi, per motivi personali ci dice che vuole andare a fare un anno fuori, noi glielo consentiremo, però sempre in prestito o al massimo in comproprietà. Poi devo dire che Reja, nel panorama degli attaccanti che gli metteremo a disposizione, avrà anche l’occasione di giocare con tre attaccanti come ha già fatto qualche volta nello scorso campionato, quindi non può partire più di uno, ma potrebbero rimanere pure tutti e due.”

“Prenderemo qualcosa a centrocampo, diciamo che come Reja intende, secondo me giustamente, mantenere alcune sicurezze schematiche legate alla passata stagione che hanno portato la squadra a raggiungere una certa impermeabilità ed un certo equilibrio, io credo che andremo su di un giocatore che potrà fungere da jolly e ricoprire più ruoli e non propriamente su di un esterno, poiché Reja ha molta fiducia sulla coppia di esterni che abbiamo e dunque punteremo ancora su di loro. Negli ultimi anni la politica di guardare la crescita di un giocatore che da promessa può divenire futuro campione non è mai stata fatta – ha concluso il direttore sportivo azzurro - quindi il segreto sarà questo, far crescere i giovani campioni e questa cosa si potrà fare se il pubblico avrà pazienza, ma io so che il pubblico di Napoli in questo è maturo, ci ha aiutato tantissimo nell’inferno della C e nel difficilissimo campionato appena conclusosi ed io sono convinto che ancora una volta il pubblico, a maggior ragione, aiuterà questi ragazzi che arrivano e quelli che già c’erano in questa stagione delicatissima di ritorno nel grande calcio”.


A cura di Michele Spampanato
Redazione CalcioNapoliNews.it