01 Dicembre 2002 -- "Vogliono far scomparire il calcio a Napoli". Il grido di dolore e la durissima denuncia è di Salvatore Naldi, dopo l'aggressione della scorsa notte a Francesco Baldini.

Per il presidente del sodalizio azzurro, l'agguato teso dai malviventi al calciatore del Napoli è solo l'ultima di "una serie di intimidazioni" contro la squadra ma dirette soprattutto contro la società.

"Il vile agguato di cui è stato vittima Baldini, dopo la prova di orgoglio ed attaccamento alla maglia offerta dal Napoli in campo e fuori - ha affermato Naldi - è l'ultimo episodio di una lunga serie di aggressioni per colpire, attraverso il condizionamento della squadra, la società allo scopo di far scomparire il calcio a Napoli".

L'imprenditore posillipino ha ricordato di "non aver smesso, tra mille difficoltà, di lavorare con onestà, impegno e trasparenza per risolvere gli antichi problemi del club e rilanciarlo".

A fronte di tutto questo, però, il presidente denuncia un clima di ostilità ed indifferenza: "Intimidazioni, aggressioni (fisiche, verbali e scritte), latitanze ed omissioni non facilitano il mio compito".

"Il risultato del mio lavoro - ha concluso Naldi - non dipenderà solo da me, ma da quanto ogni napoletano, dal Primo, con la P maiuscola, all'ultimo cittadino, vorrà, potrà e saprà fare".

Nella maniera più triste e sconfortante l'aggressione a Baldini ha fatto ritornare per un giorno le vicende legate ai colori del Napoli nel panorama dell'informazione nazionale. Purtroppo, però, nella pagina della cronaca nera e non in quella dello sport.

Al calciatore azzurro sono giunte attestazioni di solidarietà dai vertici del calcio italiano, da Lippi a Capello e tutte le principali edizioni hanno dedicato un servizio a quanto accaduto nella notte successiva alla gara con il Palermo.

Il grido d'allarme di Naldi appare più che giustificato: quanto accade intorno al Napoli rischia di far sprofondare le sorti dell'amata maglia azzurra in un precipizio senza fondo.